Cultura
Milano riscopre la Pietà
Ecco le prime immagini del nuovo allestimento che rimette al centro dell’attenzione il capolavoro di Michelangelo. Apertura al pubblico dal 2 maggio
Che sia lei il vero simbolo di Milano 2015? La Pietà Rondanini di Michelangelo, il capolavoro che la città aveva comperato nel 1952 con sottoscrizione popolare e che in questo giorni ha trovato finalmente una collocazione idonea alla sua bellezza e al suo valore simbolico. Quelle che vedete sono le prime foto della nuova sistemazione in una grande sala proprio all’ingresso del Castello Sforzesco, una sala che in origine era un ospedale dove venivano curati i militari spagnoli che da inizio 1500 avevano il controllo di Milano.
È stato un percorso molto complicato quello che ha liberato la Pietà da un allestimento di importanza storica, progettato da uno dei più famosi studi di architettura di Milano, i BBPR. Un allestimento che però alla fine si è rivelato un elegante gabbia che ha silenziato la Pietà.
Era stato Stefano Boeri, nella sua breve esperienza come Assessore alla Cultura a Milano, a lanciare la proposta, agganciandola ad un’idea di grande valore civile e sociale: portare per un breve periodo, nella transizione da una sistemazione all’altra, la Pietà a San Vittore. L’idea si è rivela impossibile per la marea di polemiche in gran parte pretestuose sollevate sui rischi per la sicurezza dell’opera. In realtà allora vinse una cultura feticistica a cui non interessa l’impatto che l’arte può avere sulla vita delle persone. È una cultura che usurpa l’arte, e la sequestra dentro il recinto delle proprie visioni autoreferenziali.
Ma Boeri almeno sulla sfida del trasferimento che valorizzasse la centralità di questo capolavoro l’ha vinta. Questo grazie al fatto che il suo successore Del Corno ha voluto insistere sul progetto, malgrado le tante polemiche; e grazie al fatto che lo staff del Museo, a cui la Pietà appartiene, con il direttore Claudio Salsi in testa, ha creduto con grande esìntusiasmo a questo delicatissimo progetto.
Il valore della Pietà, l’opera che Michelangelo lasciò non conclusa nel suo studio alla morte, consiste proprio in questo suo porsi come simbolo della sofferenza di ogni uomo. Ora la Pietà rimessa al centro di un percorso che attirerà migliaia di visitatori, riacquista questa sua forza simbolica, che più di ogni altro slogan qualifica davvero Milano.
L’allestimento semplice e suggestivo è stato firmato da Michele De Lucchi: entrando la Pietà la si vede in una prospettiva che il precedente allestimento negava, cioè da dietro. E si resta conquistati dalla Madonna che si curva su Gesù ma che insieme sembra proiettarsi in avanti, cioè proiettarsi nel futuro.
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