Welfare

Con “Seconda vista” donati 2400 occhiali

Gli occhiali raccolti nei punti vendita Optissimo sono stati donati al Mac, Movimento apostolico ciechi, che nel suo laboratorio li ha rigenerati e preparati per donarli ai tanti indigenti che anche in Italia non sono in grado di acquistare un paio di occhiali per poter leggere

di Antonietta Nembri

Quanto vale un paio di occhiali? Per chi ne ha assolutamente bisogno per vedere o leggere è altissimo. Ma non sempre chi ha necessità di un aiuto per leggere ha anche i mezzi per poter acquistare un paio di occhiali e questo tanto in Italia quanto nei paesi del Sud del mondo. Nasce da qui una campagna sociale che ha visto in circa due mesi 2400 occhiali usati raccolti a favore del Mac, il Movimento Apostolico ciechi. Lanciata nei mesi scorsi da Optissimo la campagna Seconda Vista ha potuto contare sul oltre 2mila persone che hanno donato i propri occhiali usati nei 97 punti vendita della catena di ottica. Questi occhiali sono stati rigenerati dagli ottici volontari del Mac (nella foto un momento del riciclaggio degli occhiali) e saranno distribuiti a persone in stato di bisogno in Italia.

Il Movimento dispone a Milano del “Centro occhiali per…” che da molti anni raccoglie occhiali da vista e da sole. Dopo un’opportuna selezione questi vengono graduati, disinfettati e distribuiti a persone indigenti. Il livello di povertà aumenta e sono sempre di più le persone che, non potendo permettersi l’acquisto di un paio di occhiali, si rivolgono all’associazione. Grazie alla rigenerazione, effettuata all’interno del laboratorio di Mac, l’occhiale dimenticato in un cassetto diventa uno strumento d’inclusione sociale fondamentale. «Uno strumento prezioso per Antonio al quale sono stati rubati gli occhiali in un dormitorio, per la bambina di Perez che finalmente leggerà i compiti alla lavagna e per Abdul che, profugo siriano, ha perso tutto» illustra Giulia Fossati, responsabile di questo servizio per il Mac.

La campagna Seconda Vista non solo ha permesso di donare un nuovo sguardo a persone indigenti (sempre più presenti sul territorio italiano) ma anche «rispondere a una richiesta di molti clienti interessati a conoscere un’alternativa sociale per gli occhiali inutilizzati», come ricorda Daniele Calabrese, direttore acquisti e marketing di Optissimo.


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