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Vanuatu: arcipelago devastato, 60 mila i bambini a rischio
Il presidente di Vanuatu ha dichiarato che il ciclone Pam che ha devastato l’arcipelago nel Pacifico, azzerando gli sforzi per lo sviluppo degli ultimi anni, è legato ai violenti fenomeni meteorologici dovuti ai cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici hanno giocato un ruolo centrale nella devastazione dell’arcipelago di Vanuato, nel Pacifico, colpito dal ciclone Pam, un uragano di livello 5 che negli ultimi due giorni, ha messo letteralmente in ginocchio il Paese. Ad affermarlo il Presidente di Vanuato, Baldwin Lonsdale, dove è intervenuto al summit delle Nazioni Unite, a Sendai in Giappone, un incontro proprio sul rischio delle catastrofi. Lonsdale ha sottolineato come questo tipo di fenomeni meteorologici siano drammaticamente legati ai cambiamenti climatici.
“Vediamo alzarsi il livello del mare…la stagione dei cicloni, la temperatura, la pioggia tutto è influenzato dai cambiamenti climatici,” ha dichiarato Lonsdale.
Il ciclone ha causato danni enormi alle infrastrutture, sull’isola di Efate, si stima che circa il 90% degli edifici siano stati distrutti e, secondo l’Ufficio dell’ONU per il Coordinamento degli Affari Umanitari, le raffiche di vento hanno raggiunto i 250 Chilometri orari.
Un rappresentante dell’UNICEF sull’Isola di Porta Vila ha descritto la devastazione dell’isola affermando che il paesaggio sembra essere stato colpito da una bomba. Secondo l’UNICEF sarebbero almeno 60 mila i bambini sfollati, un’emergenza umanitaria che sta già mobilitano la comunità internazionale. Il ministro degli esteri australiano, Julie Bishop ha promesso aiuti per 5 milioni di dollari, mentre 2,5 milioni è stata la cifra promessa dalla Nuova Zelanda.
Il Ciclone ha vanificato gli sforzi per lo sviluppo messi in atto negli ultimi anni.
Vanuato è uno dei Paesi considerati dall’ONU come meno sviluppati. Il prodotto interno lordo si aggira intorno agli 828 milioni di dollari. Circa due terzi della popolazione vive di agricoltura e il 70% abita sulle isole più remote dell’arcipelago, con un accesso estremamente imitato all’acqua potabile, all’elettricità e ai trasporti. La fonte principali di aiuti umanitari proviene dall’Australia, che donna annualmente intorno ai 60,7 milioni di dollari, circa il 60% degli aiuti umanitari.
Photo by Dave Hunt – Pool/Getty Images
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