Mondo

Molucche: spari e minacce attorno a centro missionario

Nelle isole indonesiane gli scontri tra cristiani e musulmani sono iniziati nel 1999

di Gabriella Meroni

Da circa una settimana la località dove sorge il complesso ?Gonzalo Veloso?, gestito dai missionari del Sacro Cuore di Ambon (capoluogo dell?arcipelago indonesiano delle Molucche) è teatro di sparatorie notturne tra guerriglieri islamici inneggianti al ?jihad? (guerra santa) da una parte e militari e poliziotti dall?altra. Lo riferisce alla Misna il Centro di crisi della diocesi cattolica di Ambon, spiegando che l?obiettivo dei musulmani è occupare l?intero complesso, situato a Karang Panjang (periferia di Ambon), per farne il proprio quartier generale, dal momento che la loro sede ad Ahuru/Kebun Cengkeh è parzialmente distrutta. Inoltre, sempre secondo i religiosi del Centro di crisi, occupando ?Gonzalo Veloso? i guerriglieri otterrebbero un?ottima postazione dalla quale attaccare i quartieri cristiani circostanti. Il complesso era già stato preso d’assalto dagli estremisti il 12 giugno scorso. Gli aggressori avevano lanciato diverse bombe, tentando di dare fuoco alla cappella e ad altri locali, ed avevano provocato alcune vittime. Altri recenti episodi testimoniano il ritorno della tensione ad Ambon, dove il conflitto durato circa due anni tra musulmani e cristiani sembrava essersi placato negli ultimi mesi. Ieri è stato ritrovato vicino al ponte del quartiere cristiano di Mardika il cadavere di un uomo che recava segni di colpi alla testa e pugnalate in varie parti del corpo. Il giorno precedente era stato rinvenuto un altro cadavere, appartenente ad un individuo di sesso maschile residente nel quartiere di Wailela, ucciso da un proiettile. Quello stesso giorno è esplosa una mina non lontano dal ?Gonzalo Veloso?, ferendo gravemente tre militari, ad uno dei quali è stata amputata una gamba. L?inizio ufficiale degli scontri tra cristiani e musulmani nelle Molucche si fa risalire al 19 gennaio 1999, quando nel capoluogo scoppiò una futile disputa tra immigrati e abitanti locali. Da allora la situazione è degenerata ed in certi periodi assalti in massa, omicidi e attentati si sono ripetuti con cadenza quasi quotidiana, provocando in tutto, secondo le ultime stime, circa 13.500 vittime. Negli ultimi mesi, tuttavia, le due comunità avevano cessato le ostilità, soprattutto per poter riprendere gli scambi commerciali e ridare fiato alla impoverita economia locale.


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