Cultura

Indonesia: riprendono scontri nelle Molucche

Preso di mira dai guerriglieri islamici il complesso gestito dai missionari del Sacro Cuore di Ambon

di Emanuela Citterio

E’ salita di nuovo la tensione ad Ambon, il capoluogo dell?arcipelago indonesiano delle Molucche, che da circa tre anni è teatro di scontri a causa degli attacchi di estremisti islamici. Ora è sotto assedio il complesso ?Gonzalo Veloso?, gestito dai missionari del Sacro Cuore di Ambon. Vanno avanti ormai da una settimana le sparatorie notturne tra guerriglieri islamici inneggianti al ?jihad? (guerra santa) da una parte e militari e poliziotti dall?altra. Il Centro di crisi della diocesi cattolica di Ambon ha spiegato all’agenzia Misna che l?obiettivo dei musulmani è occupare l?intero complesso, situato a Karang Panjang (periferia di Ambon), per farne il proprio quartier generale, dal momento che la loro sede ad Ahuru/Kebun Cengkeh è parzialmente distrutta. Inoltre, sempre secondo i religiosi del Centro di crisi, occupando ?Gonzalo Veloso? i guerriglieri otterrebbero un?ottima postazione dalla quale attaccare i quartieri cristiani circostanti. Il complesso era già stato preso d’assalto dagli estremisti il 12 giugno scorso. Gli aggressori avevano lanciato diverse bombe, tentando di dare fuoco alla cappella e ad altri locali, ed avevano provocato alcune vittime. Altri recenti episodi testimoniano il ritorno della tensione ad Ambon, dove il conflitto durato circa due anni tra musulmani e cristiani sembrava essersi placato negli ultimi mesi. L?inizio ufficiale degli scontri tra cristiani e musulmani nelle Molucche si fa risalire al 19 gennaio 1999, quando nel capoluogo scoppiò una futile disputa tra immigrati e abitanti locali. Da allora la situazione è degenerata ed in certi periodi assalti in massa, omicidi e attentati si sono ripetuti con cadenza quasi quotidiana, provocando in tutto, secondo le ultime stime, circa 13.500 vittime. Negli ultimi mesi, tuttavia, le due comunità avevano cessato le ostilità, soprattutto per poter riprendere gli scambi commerciali e ridare fiato alla impoverita economia locale.


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