Famiglia

Cancro: il 75% di quelli pediatrici guarisce

Ogni anno in Italia si ammalano 1000 bambini sotto i 15 anni

di Gabriella Meroni

In Italia ogni anno si ammalano di cancro piu’ di mille bambini sotto i 15 anni. I tumori rappresentano infatti la seconda causa di morte in eta’ infantile dopo gli incidenti stradali, ma secondo gli esperti le possibilita’ di sopravvivenza sono molto alte: il 75% dei pazienti guarisce. ”Grazie ai progressi scientifici – ha affermato oggi in conferenza stampa a Milano il professor Giuseppe Basso, presidente dell’Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica (Aieop) – la morte di un bimbo malato di cancro non e’ piu’ la normalita’ ma l’eccezione, e possiamo prevedere che in futuro un adulto su mille sara’ un’ex bambino guarito da qualche tumore”. ”Di primo acchito – ha proseguito Basso – l’oncologia pediatrica sembra una piccola realta’ dell”universo cancro’, eppure ancora oggi i bambini muoiono o per incidente stradale o per tumore”. Il tipo di cancro piu’ diffuso e’ la leucemia (che affligge il 33% dei piccoli colpiti), seguita dai tumori del sistema nervoso centrale (22%), dai linfomi (12%), dai neuroblastomi e dai sarcomi dei tessuti molli (7%) e dai tumori ossei (6,4%). In particolare, la frequenza delle diverse neoplasie pediatriche varia con l’eta’. Sotto i 5 anni le leucemie prevalgono sui linfomi, mentre superati i 10 il rapporto di inverte e diventano rari il neuroblastoma, il nefroblastoma e il retinoblastoma (frequenti invece nei primi anni di vita); i tumori ossei e i sarcomi delle parti molli, poi, insorgono ancora piu’ tardi. A rischiare di piu’ sono i maschi, mentre non esistono differenze significative per area geografica. Dati allarmanti di fronte ai quali, pero’, Basso assicura: ”In 20 anni le guarigioni sono aumentate del 50% e crescono del 2% l’anno”. L’oncologia pediatrica e’ dunque, dati alla mano, una branca ‘privilegiata’ della medicina perche’, ha ricordato Basso, ”ha raggiunto successi sconosciuti a tutte le altre discipline”. Un ‘goal’ messo a segno ”grazie alla sinergia tra i centri specializzati che aderiscono all’Aieop (64 in Italia, di cui 14 di riferimento e 50 ‘satellite’) e le associazioni di volontariato”. Queste, ha precisato l’oncologo, ”stanno cambiando composizione (non piu’ solo genitori dei bambini malati) e obiettivi: offrire un contributo non piu’ solo economico ma anche psicologico e sociale”. Ma se ”dare una risposta ai bisogni di pazienti e famiglia e’ facile – ha avvertito Basso – offrire quella giusta non lo e’ affatto”. Da qui l’esigenza di formazione, quindi di corsi ‘ad hoc’. Largo ai volontari, insomma, ma qualificati, in grado cioe’ di agire non come ‘battitori liberi’ ma come parte di una ‘squadra’ affiatata. Ed ecco il doppio progetto sostenuto dall’azienda farmaceutica GlaxoSmithKline con un investimento di alcune centinaia di milioni: da un lato promuovere corsi per addestrare volontari preparati ad assistere i piccoli malati di cancro, dall’altro istituire gruppi di auto-aiuto per permettere ai genitori di gestire con serenita’ il dramma del proprio bambino. Il progetto coinvolgera’ una quarantina di centri Aieop, ma la sua fase pilota, al via a gennaio, partira’ da Bologna, Monza, Padova e Verona. ”Ed e’ proprio grazie a iniziative come questa – ha concluso il dottor Gian Pietro Leoni, presidente di Gsk e di Farmindustria – che l’industria farmaceutica puo’ realizzare la sua ‘mission’: non solo cercare profitto, ma anche contribuire all’offerta di salute intesa come benessere e qualita’ di vita”.


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