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Burundi: Bob Rugurika, un’accoglienza da eroe

Un video diffuso dal sito d’informazione Iwacu ripercorre la giornata folle che ha segnato il ritorno in libertà di Bob Rugurika, il giornalista burundese incarcerato dopo aver diffuso sulla sua radio un’inchiesta che denunciava il coinvolgimento dei servizi segreti burundesi nell’omicidio delle suore italiane nel settembre 2014

di Giulio Lamenda

Da quattro giorni sta circolando sul web un video prodotto dal sito d’informazione Iwacu sulla scarcerazione del giornalista burundese, Bob Rugurika, e la sua trionfale accoglienza a Bujumbura il 19 febbraio. Chi conosce il Burundi non può non rimanere colpito dalla folla impressionante di cittadini che hanno accolto il direttore della Radio Publique Africaine (RPA) nelle strade della capitale. Si parla di decine di migliaia di persone che hanno festeggiato la scarcerazione (sotto cauzione) di Rugurika, arrestato il 20 gennaio scorso con l’accusa di “concorso in omicidio” dopo aver diffuso sulla sua radio un’inchiesta sul massacro di tre suore italiane nel settembre 2014 in cui una fonte anonima denunciava il coinvolgimento dei servizi segreti burundesi.

Una versione del tutto opposta a quella ufficiale diffusa dalla polizia burundese all’indomani del terribile fatto, e che attribuiva il crimine ad un uomo con disturbi mentali che aveva agito da solo “per motivi personali”.

A seguito della messa in onda dell’inchiesta, il direttore di RPA era stato convocato negli uffici del Procuratore generale di Bujumbura con la richiesta di rivelare la sua fonte, ma di fronte al suo rifiuto, il giornalista era stato incarcerato con l’accusa di “violazione del segreto di istruttoria” e di “concorso in omicidio”.

Quattro giorni dopo il suo arresto, la RPA aveva poi diffuso nuove rivelazioni che indicavano tra i mandanti dell'omicidio Adolphe Nshimirimana, all'epoca a capo dei servizi segreti burundesi e licenziato dalla presidenza burundese poche settimane dopo il massacro in circostanze mai chiarite.

L’enorme clamore dell’arresto ha convinto il regime burundese di concedere a Rugurika la libertà provvisoria.

La RPA è un’emittente radiofonica da sempre considerata dal regime burundese uno strumento dell’opposizione, e in particolar modo del suo fondatore, Alexis Sinduhije, che nel 2009 ha creato un nuovo partito politico chiamato Movimento per la solidarietà e la democrazia, per poi presentarsi alle elezioni presidenziali del 2010.

«Quello di Rugurika fa parte di tutta una serie di casi di violazioni della libertà d’espressione e dei diritti umani che si stanno verificando in questo momento in molti dei paesi dell’Africa sub sahariana che affronteranno le elezioni nei prossimi mesi, tra cui il Burundi», ha sostenuto Cecile Kyenge, che si è detta «felice per la liberazione di Rugurika».

Secondo l’eurodeputata del PD, questo tipo di violazioni sono diventate «strumenti nelle mani di governi e leader per cercare di eliminare i loro rivali politici».

La Radio Publique Africaine è un media partner di Afronline.org, il sito d’informazione del gruppo VITA dedicato all’Africa. Afronline si è fortemente impegnato nella scarcerazione di Rugurika producendo e diffondendo su RPA interviste a responsabili politici europei che chiedevano al governo burundese la sua liberazione. «Vedere in questo video il nostro collega Rugurika tra la gente a Bujumbura è un motivo di grande soddisfazione per tutti coloro che si sono battuti al suo fianco», ha dichiarato il Presidente del gruppo Vita, Riccardo Bonacina. «Questa battaglia simboleggia in qualche modo una delle grandi mission di Afronline, e cioè lavorare assieme ai media indipendenti africani attraverso la produzione e la diffusione di contenuti di qualità per contribuire a migliorare la vita delle persone».


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