Famiglia

Bonus bebè: tata batte nido 85 a 15

Nel secondo anno di sperimentazione della misura introdotta dalla “legge Fornero” massiccia richiesta di contributi per le baby sitter anziché per gli asili comunali e privati, sia profit che non

di Francesco Dente

Il bonus bebè dell’Inps premia le baby sitter anziché gli asili nido. I dati aggiornati a fine 2014 sul secondo anno di sperimentazione della misura introdotta dalla “legge Fornero” 92/2012, norma che prevede sostegni economici in favore delle madri lavoratrici che rinunciano a fruire in tutto o in parte del congedo parentale, evidenziano la massiccia richiesta di contributi per le tate (85%) anziché per gli asili comunali e privati, sia profit che non (15%).

Peraltro nel 2014, nonostante il raddoppio delle domande complessive per i voucher e per i nidi da 3.674 a 6.871, le richieste per gli asili sono diminuite di 300 unità rispetto al 2013. Le mamme dipendenti che l’anno scorso hanno fatto ricorso al bonus bebè Inps (600 euro mensili per sei mesi) lavorano per la maggior parte nel settore privato (82%). Percentuali più ridotte invece per il pubblico (11%) e per la gestione separata (7%). Migliorano di gran lunga i dati di spesa del sostegno: il budget impegnato è salito da 5 milioni di euro nel 2013 a 19 milioni nel 2014. 

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.