Welfare

Cir: L’Europa è responsabile delle morti in mare

Con il trascorrere delle ore diventa sempre più pesante il bilancio dell'ultimo naufragio nel Canale di Sicilia: si temono oltre 200 morti. Per il Cir - Consiglio italiano dei rifugiati Frontex ha fallito, ora occorre cambiare.

di Redazione

Arrivano le prime reazioni alla notizia dell'ultimo naufragio nel Canale di Sicilia. Il Consiglio Italiano per i Rifugiati  –  Cir nell'apprendere «con dolore le notizie che disegnano una delle più gravi stragi del mare: al momento sarebbero dispersi due gommoni e almeno 200 persone» come si legge in un comunicato, nella mattinata dell11 febbraio, ha diffuso una prima dichiarazione del presidente Christopher Hein che sottolinea l'inadeguatezza della macchina dei soccorsi così come è stata disegnata dall'Ue dopo la chiusura di Mare Nostrum. 

«La macchina dei soccorsi non sta funzionando né potrà funzionare se non cambia strutturalmente l’impegno che l’Europa mette in campo: l’operazione Triton non ha come mandato il soccorso e la ricerca in mare. L’Agenzia Frontex  si occupa del controllo delle frontiere, sono i poliziotti d’Europa, non hanno come missione certamente quella del salvataggio. L’Europa oggi non ha i mezzi, né evidentemente la volontà politica, di mettere in atto una strategia per il soccorso in mare» dichiara Christopher Hein direttore del Cir «Chiediamo che l’Europa si muova: modifichi il Regolamento di Frontex – includendo la ricerca e salvataggio in mare – o si doti di un’agenzia specifica che abbia questo obiettivo. L’Unione Europea non può richiamare solamente la responsabilità degli Stati membri, deve finalmente mettere in campo – accanto al ben collaudato sistema di controllo delle frontiere – un adeguato sistema di soccorso».

Foto: Getty Images


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