Salute

Prima conferenza su Aids in Cina

Il governo di Pechino ha deciso di affrontare la questione, finora taciuta o sottovalutata

di Emanuela Citterio

Si è aperta ieri a Pechino (Cina) la prima conferenza nazionale sull?Hiv e l?Aids, chiaro segnale della volontà di Pechino di affrontare la questione, finora taciuta o sottovalutata. Tuttavia all?inaugurazione della conferenza erano presenti gruppi di malati di Aids che hanno accusato il governo di discriminazione nei loro confronti. In particolare si sono presentate all?appuntamento persone provenienti dalla regione centrorientale di Henan, che hanno contratto il virus Hiv dopo aver venduto il loro sangue ed essersi successivamente sottoposte a nuove trasfusioni. Negli anni Novanta, infatti, i medici offrivano danaro ai contadini di Henan per poter prelevare il loro sangue, riversarlo in ampie vasche allo scopo di estrarne il plasma e quindi tornare ad iniettare nelle vene dei donatori il sangue rimasto. In questo modo il virus si è diffuso facilmente e le centinaia di migliaia di vittime continuano tutt?oggi a denunciare lo scandalo. Dalla conferenza nazionale sull?Aids potrebbero inoltre emergere dati più precisi relativi alla diffusione dell?epidemia. Finora infatti le statistiche ufficiali risultavano sempre “addomesticate”. Secondo i dati forniti dalle autorità, per esempio, al dicembre 2000 nella Repubblica popolare cinese c?erano 22.517 sieropositivi, in maggioranza tossicodipendenti, ma altre fonti sanitarie parlavano di oltre 600mila. Stime delle Nazioni Unite indicano che entro la fine di questo decennio la Cina potrebbe trovarsi a fare i conti con 10 milioni di sieropositivi (Misna).


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