Formazione
La scuola che mette gli alunni in cattedra
Ad Acerra il scuola media Ferrajolo-Capasso a indirizzo musicale ha ribaltato per quattro giorni i ruoli. I ragazzi insegnano ai professori le materie con i nuovi supporti tecnologici
di Anna Spena
Alla scuola statale “Ferrajolo-Capasso” di Acerra gli alunni hanno preso il loro posto in cattedra e sui banchi a prendere appunti sono i docenti. La scuola è un istituto ad indirizzo musicale e ha lanciato un’iniziativa che non ha precedenti in Italia ribattezzandola “Alunni in cattedra”. «Il progetto», spiega la professoressa Floriana Nappi, responsabile dell’iniziativa insieme a Enza Ottaiano, «è nato principalmente dalla necessità di promuovere modelli positivi. Condividere è la cosa più importante; per questo abbiamo deciso di invertire i ruoli: i docenti diventano studenti e gli alunni si trasformano in insegnanti». Ma cos’hanno da insegnare i ragazzi ai loro docenti? Così spiega la professoressa Nappi: «Il plurilinguismo dei ragazzi, il sapersi destreggiare bene con un linguaggio multimediale e multitasking, è una cosa da non sottovalutare. Una risorsa che noi insegnanti non possiamo sprecare».
Invertire i ruoli, nelle classi della scuola di Acerra non è solo un modo di dire: per quattro giorni, da ieri, fino al 12 febbraio, i 100 alunni eccellenti della scuola (le cui sezioni vanno dalla A alla Z), si siedono in cattedra per insegnare ai loro docenti durante le consuete cinque ore di lezione. Si spazia dalla matematica alla letteratura, dalle scienze alla geografia, dalla storia, alla musica, all’arte.
«I docenti si sono interessati moltissimo alla cosa, non l’hanno sottovalutata e nelle prime due giornate d’incontri hanno partecipato numerosi», continua Floriana Nappi. «La dirigente scolastica Annamaria Criscuolo non si è persa neanche una lezione e si è fatta interrogare dagli stessi alunni. È stata una risorsa fondamentale per il progetto, fin dall’inizio ha appoggiato l’iniziativa con serietà e professionalità. Questa non è una perdita di tempo, ma un momento importante tanto per i ragazzi, che devono acquisire fiducia in loro stessi, quanto per i docenti, che devono necessariamente aprirsi alle nuove pratiche di apprendimento che vedono protagonisti i nuovi supporti tecnologici come lim, tablet e pc».
I ragazzi hanno fatto lezione utilizzando lim, presentazioni power point e tablet. In gruppi di cinque o sei hanno proposto, ognuno, una tematica diversa. «L’iniziativa», dice la professoressa Nappi, «non si concluderà, come avevamo previsto. Ci stiamo già preparando per organizzare delle lezioni a scadenza settimanale o mensile. Attraverso il progetto siamo riusciti ad ottenere anche l’attenzione degli alunni più svogliati che hanno deciso di mettersi in gioco e diventare docenti per un giorno: insegnare vuol dire coinvolgere».
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