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Egitto. Stato vs Minareto:la battaglia entra nel vivo

Donne nelle moschee e basta imam freelance. Ecco come il presidente Al-Sisi affronta l’ascesa del radicalismo e la diffusione di sermoni politicamente motivati.

di Martino Pillitteri

Il presidente Abdel Fattah al-Sisi passa dalle parole ai fatti. Dopo aver auspicato, in un discorso ufficiale del 1° gennaio, la necessità di una  «rivoluzione religiosa»  riconoscendo  che il pensiero islamico contemporaneo ha un problema di interpretazioni e di strumentalizzazioni,  il Governo staintervenendo con una serie di provvedimenti volti  ad  affrontare l’ascesa del radicalismo nelle moschee e la diffusione di sermoni politicamente motivati.
Con la decisione di martedì 20 gennaio di allargare lo spazio delle moschee alle donne, la battaglia Stato vs Minareto entra nel vivo.
 
Quote rose
Le moschee non saranno più dominate degli uomini.  Il  ministero competente ha annunciato delle opportunità di volontariato per posizioni di donne predicatrici e insegnanti nei luoghi di culto. Donne
esperte in materie sanitarie e human development potranno tenere furum e dibattiti all’interno delle moschee.

Quote rose che avanzano e imam integralisti  messi alla porta.
Nei mesi scorsi il governo egiziano ha emanato un decreto che vieta ai predicatori non autorizzati di tenere sermoni  nelle moschee e in altri luoghi pubblici. Basta con gli imam freelance. Solo iman designati dal Ministero della “Dotazioni religiose” e autorizzati dall’università  Al – Azhar possono praticare in moschea e a tenere lezioni religiose in luoghi  pubblici. I predicatori non autorizzati potranno essere condannati ad un anno di carcere e saranno sanzionati con una multa di  7.000 dollari.
Lo scorso anno sono stati rimossi 12  predicatori non  autorizzati.
 

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