Politica

Doha, a che punto sono i negoziati?

Il punto alla vigilia delle ultime due giornate di lavoro al Wto

di Redazione

Agricoltura Sembra sempre più possibile che venga inserita nell’accordo una cosiddetta “development box”. Questo espediente permetterebbe di introdurre dei sussidi o altre pratiche altrimenti bandite dagli accordi generali del WTO, con la motivazione di perseguire dei fini di sviluppo quali la sicurezza alimentare o lo sviluppo rurale. Al momento solo gli stati Uniti sono fermamente contrari. Tuttavia, come ha riferito un delegato, ‘l’accordo ha la stabilità di un castello di carta, basta poco per fare saltare il tutto”. Implementazione Un numero elevato di temi minori accompagnano la discussione su come meglio riequilibrare gli accordi precedenti. Uno per tutti: riguarda l’Italia che si è unita ad altri paesi sviluppati nel lamentare una troppo spinta liberalizzazione dei mercati tessili in cui il nostro paese è competitivo grazie anche a generose protezioni doganali. I paesi in via di sviluppo hanno sempre lamentato il tradimento dell’Uruguay Round da parte dei paesi del Nord che hanno sempre promesso e mai mantenuto la liberalizzazione di questo settore. Nonostante molti paesi avessero chiesto che la discussione sull’implementazione fosse condotta a prescindere da un eventuale nuovo round di negoziati, sembra chiaro a questo punto che i paesi sviluppati metteranno quest concessione sull’altro piatto della bilancia rispetto alle nuove concessioni che essi richiedono. Un delegato ha commentato che ci stiamo muovendo verso la fase in cui “non ci sono più regali” da concedere. Ambiente La UE continua sorprendentemente a mantenere la sua richiesta di introdurre le tematiche ambientali come il principio di precauzione e l’ecolabelling nella discussione nonostante molti pensassero fosse soltanto una tattica per strappare concessioni in altri ambiti. L’unica concessione a cui la UE sembra disposta riguarda i tempi della discussione che si potrebbe avviare nel 2003 dopo la quinta conferenza ministeriale. Alcune speculazioni riguardano il fatto che la UE potrebbe cedere definitivamente sui cosidetti “temi di Singapore” la cui discussione è in stallo (vedi sotto) in cambio di un ampio mandato sull’ambiente. Regole La più seria impasse riguarda il rifiuto degli USA di negoziare sulle misure anti-dumping, la cui vaga definizione ha permesso finora agli Stati Uniti di bloccare le importazioni di molti beni dal sud del mondo (per ultimo l’acciaio Coreano, tedesco e di altri paesi) sulla base di argomentazioni risibili, e che i paesi in via di sviluppo vorrebbero maggiormente definite. TRIPs e Salute Pubblica Il tema più controverso riguarda il paragrafo 4 del testo presentato il 27 ottobre del quale esistono due versioni, la prima versione recita che “Nulla negli accordi TRIPs dovrebbe impedire ai paesi firmatari di prendere tutte le misure necessarie per proteggere la salute pubblica [..]”. Questa opzione è quella sostenuta dai paesi in via di sviluppo. La seconda versione invece, sostanzialmente dice che gli accordi TRIPs già contengono le necessarie clausole che permettono ai paesi membri di proteggere la salute pubblica dei propri cittadini. Questa versione è fortemente spinta da Stati Uniti e Svizzera, sedi delle più importanti industrie farmaceutiche mondiali ed in parte dalla EU anche se Danimarca Irlanda Italia e Gran Bretagna hanno optato per sostenere la prima opzione. Nonostante il fronte dei paesi in via di sviluppo sembri sempre più unito, gli Stati Uniti hanno tentato di inserire un cuneo nell’alleanza offrendo maggiori concessioni ai paesi meno sviluppati (gli LDCs, come sono definiti nelle principali istitutzioni internazionali) che non verrebbero estese a quelli in via di sviluppo in cambio del loro appoggio per la seconda opzione. I temi di Singapore Molti paesi in via di sviluppo continuano ad essere contrari ad ogni discussione dei cosiddetti nuovi temi (chiamati temi di Singapore perchè introdotti per la prima volta alla conferenza ministeriale di Singapore nel 96) quali investimenti, concorrenza, approvvigionamenti governativi e altri. L’unico avanzamento della discussione riguarda una possibile separazione delle negoziazioni su singoli temi in maniera tale da rendere l discussione più flessibile. Altri temi di cui in qualche modo si sta discutendo in Doha riguardano gli standard lavorativi, trasparenza e partecipazione, miglioramento dei meccanismi che conducono ad eventuali ritorsioni commerciali, relazione tra debito, commercio e finanza, tariffe industriali, TRIPs e biodiversità e l’accordo di Cotonu. Per il momento non si registrano progressi nella discussione di questi temi.


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