Di fronte alla tragedia che si è consumata in Francia in questi giorni, il fotogiornalista Reza, iraniano di famiglia musulmana naturalizzato francese, esorta «a resistere, collettivamente, nazionalmente, internazionalmente e fraternamente, in nome dei valori comuni che fanno della Francia una terrà di libertà». Quella «terra di speranza» che lo ha accolto, da esiliato, trentacinque anni fa.
Resistenti armati solo delle loro penne e della libertà di pensierosono stati assassinati, altri orribilmente feriti. Oggi le cicatrici si sentono nelle nostre anime, nella nostra risata, nel nostro spirito, nella nostra libertà e nella nostra umanità.
Stavo per partire per l’India quando sono venuto a sapere di questa tragedia. Mentre volavo sopra l’Afganistan, mi è venuto in mente un ricordo. Georges Wolinskiera venuto a Kabul al Centro Aina per Media Liberi e Indipendentiper difendere l’idea stessa di questa libertà di parlare apertamente, di scrivere, disegnare, e fotografare, assieme a Alain Mingam, Olivier Weber, e Brigitte e Alain Genestar. Erano tutti radunati attorno al giornale pubblicato dal centro, Kabul News.
Oggi, dobbiamo continuare a resistere, collettivamente, nazionalmente, internazionalmente e fraternamente, in nome dei valori comuni che fanno della Francia una terra di libertà, valori per cui dobbiamo lottare per rendere il mondo un luogo di pace.
Mi viene in mente un passaggio di Voltaire: “ Non sono d’accordo con quello che dici, ma combatterò fino alla morte per il tuo diritto di dirlo.” Questa è stata la ragione del mio esilio inFrancia, una terra di speranza che mi ha accolto, quando la mia fotografia in Iran ha portato come risultato minacce alla mia vita.
E’ ancora difficile immaginare, trentacinque anni dopo, in questa terra che mi ha anche formato, che questi garanti della libertà di espressione, così come coloro che li proteggevano, come il poliziotto Ahmed, potessero essere giustiziati.
E’ ancora difficile da accettare che i valori fondamentali di questo paese possano essere attaccati uno alla volta in questo modo, un paese che mi ha aiutato a creare media liberi e indipendenti in un posto così lontano come l’Afganistan, attraverso la formazione dei giornalisti.
Sono appena arrivato in India, che è considerata la più grande democrazia del mondo.La terra di Gandhi, un altro resistente, l’apostolo del parlare, insegnare e agire secondo la non-violenza.
Sì, oggi dobbiamo perseguire questa resistenza insieme, in Francia ma anche in tutto il mondo, in tributo ai dodici resistenti che sono morti questo 7 di gennaio, in tributo a coloro che continuano a combattere per la libertà di pensiero e di espressione, così che il futuro del nostro mondo possa essere più…umano.
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