Famiglia

La Caritas attiva in Pakistan un centralino per i profughi

Drammatica la situazione di chi è intrappolato in Afghanistan, esposto alle bombe, alla persistente siccità e ai rigori dell’imminente inverno

di Paul Ricard

111 10 90 90: un numero che a Lahore è sinonimo di tolleranza e solidarietà. È infatti il numero attivato da Caritas Pakistan, in funzione 24 ore su 24. ?Chiamano da ogni parte del Paese e persone di diverse religioni ? dice Raymond Rozario, direttore della Caritas Lahore ? In questo momento non importa essere cristiani o musulmani: dobbiamo essere uniti?. “Dopo il massacro nella chiesa di Bahawalpur c?è stato un picco di chiamate” sostiene Amir Sindho, che dall?avvio del progetto coordina la linea telefonica. La gente ha paura ed è stressata. ?È importantissimo che la Caritas continui a fornire, accanto agli aiuti materali, ogni tipo di sostegno psicologico, soprattutto alle fasce più deboli, e faccia di tutto per contrastare la possibile escalation di odio e diffidenza reciproca ? conferma Silvio Tessari, appena rientrato dal Pakistan, conclusa la missione di Caritas Italiana. ?In questo clima ? prosegue Tessari – si inserisce l?iniziativa attivata a Lahore e anche la fondamentale opera in favore della pace e del dialogo che dall?inizio del conflitto la Caritas sta portando avanti attraverso messaggi diffusi via radio in Baluchistan e nel Sud Ovest dell?Afghanistan?. La missione della Caritas Italiana ha espresso alla Chiesa e alla Caritas locale vicinanza e solidarietà per la situazione di sofferenza in cui si trovano i profughi e tutta la popolazione dell?area teatro di guerra. È stata anche un?occasione per contribuire ad organizzare gli aiuti in atto e definire i futuri impegni. Sono stati visitati i campi di Peshawar, Kachagari e Shamsatoo, immensi agglomerati di case di fango dove i nuovi profughi si aggiungono ai vecchi. ?Il problema più grande ? ribadisce Roberto Rambaldi vicedirettore della Caritas Italiana ? sono le persone che vorrebbero uscire dall?Afghanistan, ma non possono perché le frontiere sono chiuse. Le loro condizioni sono drammatiche, perché non sono più raggiunti in modo sistematico dagli aiuti e rischiano di rimanere vittime dei bombardamenti. Purtroppo lanciare bombe ai terroristi e aiuti alla popolazione resta solo una distinzione sulla carta. Ecco perché torniamo a chiedere che non si intensifichi l?impegno militare, ma che possano tacere al più presto le armi e si aprano dei corridoi umanitari all?interno dell?Afghanistan, prima che per milioni di persone sia troppo tardi?. ______________________ Per sostenere gli interventi in atto (causale ?Profughi e vittime nuova guerra?) la Caritas Italiana raccoglie offerte tramite: – conto corrente postale n. 347013 – c/c bancario n.11113 ABI 5018 – CAB 12100 – Banca Popolare Etica, Piazzetta Forzaté 2, PADOVA – c/c bancario n.100807/07 ABI 03069 – CAB 05032 ? Intesa Bci – p.le Gregorio VII, ROMA – Cartasì (Visa, Mastercard) telefonando allo 06541921 in orario d?ufficio


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