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Giornata del migrante, le ong tirano le somme

Giovedì 18 dicembre la ricorrenza voluta dal 2000 in poi dall'Onu per il rispetto dei diritti di chi è costretto a lasciare il proprio paese. In Italia Amnesty international promuove un convegno sui salvataggi in mare, Cesvi, Coopi e altri enti presentano le proprie iniziative in atto, tra cui il lancio del sito multilingue parlezvousglobal.org

di Daniele Biella

Il 18 dicembre si celebra la Giornata Internazionale del Migrante, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2000 per celebrare l’adozione della Convenzione Internazionale sulla Protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, che invita al rispetto dei diritti umani dei migranti e all’adozione di standard lavorativi internazionali. Oltre 200 milioni di persone nel mondo vivono fuori dal Paese in cui sono nate. Di queste, quasi 10 milioni sono richiedenti asilo e  rifugiati che hanno dovuto abbandonare il proprio Paese di origine per sfuggire a guerre, povertà, persecuzioni, torture e altre gravi violazioni dei diritti umani.

L'Italia, una delle principali 'porte' d'Europa per il continente africano e il Medio Oriente, è oggi coinvolta in pieno in una delle emergenze più drammatiche che la storia ricordi, ovvero la fuga da guerre e persecuzioni di centinaia di migliaia di persone: in un anno di Operazione Mare Nostrum (la discussa, costosa ma efficace azione navale governativa coordinata dalla Marina) sono state salvate 156.362 persone, mentre almeno 3.419, secondo dati dell'Agenzia Onu per i profughi Unhcr, sono state le vittime nel solo Mar Mediterraneo. A cui si aggiungono le 300 persone disperse da ieri in acque libiche, denunciate dagli attivisti che avevano ricevuto gli Sos.

In occasione della Giornata dei migranti, la sezione italiana dell'ong Amnesty international promuove a Milano, Palazzo Reale (inizio alle ore 15, a questo link il programma) una Conferenza sulle politiche migratorie e di asilo dell'Ue alla presenza, tra i vari invitati, della portavoce di Frontex, il programma europeo di sorveglianza delle frontiere che, attraverso l'operazione Triton, ha di fatto sostituito Mare Nostrum seppure con un mandato profondamente diverso (come ricorda il sottosegretario Domenico Manzione nell'intervista a Vita).

Fu una tragedia dell’immigrazione a spingere la Comunità internazionale a confrontarsi sui diritti dei migranti: nel 1972, un camion – che ufficialmente doveva portare macchine da cucire – ebbe un incidente nel tunnel del Monte Bianco; 28 persone, che dal Mali si dirigevano in Francia per costruirsi un futuro migliore, persero la vita, nascoste nel rimorchio. "Il percorso che portò all’adozione della Convenzione fu lungo, ancora più lungo sembra quello della firma e ratifica, che vede ancora meno di 50 Stati impegnati", spiegano i referenti dell'ong Coopi. "Tra questi, mancano l’Italia, la Francia, l’Austria, la Romania, al contrario del Senegal, Benin e Burkina Faso – i 4 paesi europei e i 3 africani in cui si conduce “Parlez-vous global?”, un progetto finanziato da Unione europea, Fondazioni4Africa e Fondazione De Agostini il cui obiettivo è aumentare le competenze di 12.000 insegnanti e 35.000 studenti riguardo ai problemi dello sviluppo globale, utilizzando le ICT4D (Information and Communication Technology for Development) al pari del citizen journalism e favorendo l’integrazione dei temi della migrazione e della cittadinanza mondiale nei curricula scolastici.

Sempre in occasione della Giornata mondiale del migrante, le ong del progetto “Parlez-vous global?” (CISV, ACRA-CCS, COSPE, COOPI, Sudwind Agentur, APDD-Agenda 21, UNMFREO), l’Associazione italo-senegalese Stretta di Mano e la Compagnia di San Paolo lanciano il sito multilingue www.parlezvousglobal.org. Il sito, che parla inglese, francese, italiano, rumeno e tedesco, è dedicato agli studenti e agli insegnanti di scuola secondaria: è innanzitutto uno spazio educativo, dove si possono trovare unità di apprendimento, attività pratiche e una selezione di spunti per lavorare in classe sui temi della migrazione; il sito è anche una cassetta degli attrezzi, dove ricercare i contenuti più adatti a seconda dell’età, della disciplina, del grado di conoscenza e dove trovare gli strumenti per identificare e valutare le “nuove” competenze di cittadinanza mondiale; infine, parlezvousglobal.org è uno spazio sociale, ossia una comunità di scuole disseminate tra Europa ed Africa, che stanno condividendo il lavoro e le esperienze realizzate nel 2014 (corsi, laboratori, uscite, scambi, ecc.).  Per presentare il sito, la compagine italiana del progetto organizza un dibattito online sul ruolo del migrante e dell’educazione interculturale nelle scuole. L’evento sarà realizzato giovedì 18 dicembre, via hangout, a partire dalle h 11. Tutti potranno assistere alla diretta, collegandosi semplicemente al canale Youtube di Parlez-vous Global. Sarà inoltre possibile fare domande, commenti e partecipare utilizzando l’hashtag del progetto #parlezvousglobal.

La ricorrenza dell'Onu è l'occasione anche per ricordare l'impegno delle molte organizzazioni non governative italiane sul tema. Tra queste c'è l'ong Cesvi, che nei suoi quasi 30 anni di attività è spesso intervenuta nei Paesi di origine di molti migranti che giungono in Italia. "L’esperienza maturata ha spinto l’organizzazione, quasi naturalmente, a confrontarsi con tematiche complesse quali l’integrazione e il co-sviluppo anche in Italia, promuovendo attività di accoglienza e inclusione sociale a favore delle comunità di migranti residenti sul territorio nazionale", spiega Cesvi, che dal 2014 a Siracusa sostiene l’associazione AccoglieRete, formata da quasi 150 volontari tutori, che si dedicano a bambini e giovani migranti a rischio che giungono sulle coste italiane: ragazzi che rischiano la vita intraprendendo un viaggio di 3-6 mesi o anche più, la cui fase finale è una navigazione disperata tra la Libia e la Sicilia, su barconi carichi anche di 300 persone.

"La famiglia di origine ha investito tutti i risparmi, e spesso si è indebitata, per consentire al figlio maschio di portare a termine questo viaggio e di trovare un lavoro in Europa che gli permetta di sostenere i genitori e i fratelli rimasti in Africa", sottolinea Cesvi. Siria, Somalia, Eritrea, Afghanistan, Bangladesh, Senegal, Mali, Gambia e Guinea Bissau: questi i principali Paesi di provenienza degli oltre 3.700 minori stranieri non accompagnati, Msna, che dall’ottobre 2013 ad oggi hanno raggiunto, in condizioni al limite della sopravvivenza, la provincia di Siracusa. "Il progetto vuole favorire l’apertura delle tutele legali per i Msna in tempi brevi, dando ai tutori la possibilità di acquisire una preparazione in materia giuridica e offrendo supporto psicologico e servizi di mediazione interculturale".

AccoglieRete e Cesvi collaborano con le  Pubbliche Amministrazioni per l’individuazione di strutture idonee all’accoglienza di questi minori stranieri e di centri Sprar (Sistema di protezione per richedenti asilo e rifugiati), monitorando i requisiti e il funzionamento degli stessi: condizioni igienico-sanitarie, numero di minori ospitati, progetti educativi personalizzati, presenza di mediatori culturali, servizi offerti. "Alla base di questi progetti, la convinzione che le migrazioni siano una componente intrinseca e preziosa della storia dell’umanità. Gli esseri umani, ovunque si trovino a vivere o decidano di andare, hanno diritto alla difesa della propria vita e della propria dignità".

 


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