Politica

Caso-Calabria: chi vince piglia tutto?

Ha preso più di 188mila voti, ma questo non è bastato a Wanda Ferro, la principale sfidante di Mario Oliverio, nuovo presidente della Calabria, per ottenere un seggio in consiglio regionale. Siamo di fronte all'ennesimo paradosso, in un Paese che a parole tutela e riconosce ogni minoranza ma, alla prova dei fatti, consuma la concretezza del diritto nelle pieghe di una burocrazia bizantina

di Marco Dotti

In Calabria, le elezioni dello scorso 23 novembre hanno visto Mario Oliverio, vecchia volpe del PD, da 35 anni nel partito, diventare presidente della regione con 490.229 voti, in termini percentuali 61,41%.

La sua sfidande, Wanda Ferro, sostenuta da Forza Italia, di voti ne ha ottenuti 188.288, ossia il 23,58%. A seguire, con 69.521 voti e l'8,7% il candidato del Nuovo Centro destra, Vincenzo d'Ascola.

In Calabria, su 1.897.729 aventi diritto al voto, hanno esercitato il proprio diritto 836.531 cittadini (ossia il 44,08%). Alle elezioni del 28 marzo 2010, i votanti erano stati 1.118.429  (59,26 %).

Resta poi il "mistero", a parere di chi scrive ancora insoluto, del bassissimo scarto fra aventi diritto al voto e popolazione residente:  1.897.729 aventi diritto al voto su 1.956.000 di abitanti, in pratica in Calabria quasi non ci sarebbero minorenni residenti!.

Nel novembre scorso, però, si è votato con una nuova legge elettorale i paradossi – tragici o comici, dipende dal punto di vista – non sono mancati. Fra i 30 nuovi consiglieri comunali, infatti, manca il nome della principale sfidante di Oliverio, Wanda Ferro.

Arrivata seconda, la Ferro non si è vista assegnare alcun seggio, ed è pronta a presentare ricorso al Tar.

Le ragioni alla base di questa mancata assegnazione non sono chiare, anche se risiedono proprio nella legge elettorale della Regione Calabria, benché in contrasto con il dettato costituzionale.

Sembra di assistere a una vera deriva sistemica, a un populismo dall'alto – come l'ha chiamato il politologo Marco Revelli – dove chi vince, volente o no, finisce col divorarsi tutto, negando alla democrazia quella dialettica tra minoranza e maggioranza senza la quale la parola "democrazia" è solo lettera morta.  Ecco perché ciò che sta accadendo in queste ore in Calabria doverebbe attirare l'attenzione di tutti.

@oilforbook

 

 


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