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Il Tar dà ragione al Comune di Pavia

Lobardia i Comuni battono le sale Vlt e Bingo 2-0. Il Tar Regonale della Lombardia respinge il ricorso di una sala Bingo di Pavia e conferma l'ordinanza che èer Pavia prevede solo 8 ore di apertura, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle ore 22. Bene

di Redazione

Lo scorso 23 ottobre il Comune di Pavia promulgò un'ordinanza da subito attiva intitolata così:  la “Disciplina comunale degli orari di esercizio delle sale giochi e delle slot”. Ordinanza che prevedeva la limitazione degli orari di apertura di sale giochi e utilizzo delle slot machine all'interno di bar, ristoranti, tabaccherie ed esercizi commerciali in genere. Gli orari imposti prevedono solo 8 ore di apertura, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle ore 22. Come spiagava a Vita.it la vicesindaco di Pavia, Angela Gregorini, «è imposta, su tutto il territorio comunale. Il frutto della collaborazione con gli altri comuni lombardi e con il Movimento No Slot».

Pochi giorni dopo, il 30 ottobre una sala Bingo inviò al Tar Lombardia un esposto contro tale ordinanza in cui tra l'altro si sostenevano cose non solo gravi ma anche assurde. Eccone una riferita al Movineto no slot: “Associazione che ha sempre manifestato esclusivamente un'aprioristica avversione verso il fenomeno del gioco lecito, così finendo per assecondare, ancorché involontariamente, tutte le forme di gioco illegali ed irregolari massiciamente presenti”.

Ora arriva il pronunciamento del Tar, che come già successo per il medesimo tema a Milano, respinge il ricorso e si pronuncia così: “Rilevato che: la sezione si è recentemente pronunciata in fattispecie analoghe a quella in esame (riguardanti il Comune di Milano), ritenendo legittimo l'operato del sindaco; che i dati riportati nell'ordinanza del sindaco di Pavia, al fine di rappresentare le dimensioni del fenomeno del gioc d'azzardo nel territorio di competenza, evidenziano una situazione sovrapponibile a quella di Milano, ritenuto  che nella comparazione dei contrapposti interessi coinvolti il pregiudizio economico lamentato dalla ricorrente pare recessivo rispetto all'interesse pubblico perseguito, posto che l'amministrazione comunale “con il provvedimento impugnato è intervenuta a tutela della salute dei cittadini e più in generale del benessere individuale e collettivo  della popolazione”; il Tribunale Regionale per la Lombardia (Sezioni I) respinge l'istanza cautelare”.

Insomma, in Lobardia i Comuni battono le sale Vlt e Bingo 2-0. Avanti così


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