Cultura

Maestri di strada diventa un libro

“La mappa e il territorio. Ripensare l’educazione fra strada e scuola”, edito da Sellerio e disponibile in libreria dal 27 novembre, è nato dalla volontà di Cesare Moreno, presidente dell’associazione Maestri di Strada, di raccogliere le conoscenze e le testimonianze di docenti ed esperti

di Redazione

“La mappa e il territorio. Ripensare l’educazione fra strada e scuola”, edito da Sellerio e disponibile in libreria dal 27 novembre, è nato dalla volontà di Cesare Moreno, presidente dell’associazione Maestri di Strada, di raccogliere le conoscenze e le testimonianze di docenti ed esperti in materia di educazione e giovani per offrire agli insegnanti strumenti validi per contrastare il problema della dispersione scolastica. L’associazione Maestri di Strada, nata nel 2002, vanta circa 23.456 ore di attività svolte nelle scuole, ha coinvolto 532 ragazzi  e si avvale della collaborazione di 60 operatori. Con questo testo gli esperti cercano di rispondere ad alcune domande necessarie per creare soluzioni concrete all’abbandono scolastica: come funziona la cooperazione in classe? Cosa significa realmente istruire? Come interagiscono i saperi formali con quelli informali? Ma soprattutto, gli adulti che obblighi hanno nei confronti dei giovani d’oggi?

Il percorso. Maestri di strada nasce da un’iniziativa (sempre promossa da cesare Moreno) che nel 1998 si diffonde nel territorio napoletano: il progetto Chance. Attraverso una stretta collaborazione con le scuole medie Chance si impegnava ad arginare il fenomeno della dispersione scolastica; nel 2002 Carlo Azelio Ciampi riconosce il valore istituzionale di questo lavoro e fa una donazione di 50 milioni di lire. Da quella stessa donazione Cesare Moreno e i suoi collaboratori creano la onlus Maestri di Strada perché, come lui stesso dice «Volevamo ampliare il nostro raggio d’azione rispetto al territorio napoletano e ci volevamo spingere verso un progetto educativo più complesso costruendo un dialogo aperto e continuo con gli studenti ma anche e soprattutto con gli insegnanti, adesso come associazione Maestri di strada siamo molto attivi anche su città come Roma, Milano o Cosenza.» e poi spiega « il lavoro che noi svolgiamo non è basato sull’emarginazione sociale o territoriale, ma sull’emarginazione interiore, e questa sensazione è uguale in tutti i ragazzi con cui ci siamo rapportati. Il contesto geografico in cui operiamo è solo una delle variabili, ma non è quella principale. Noi lavoriamo sul disagio e la stanchezza dei giovani, e anche se il fenomeno dell’abbandono scolastico è più concentrato tra le classi povere, non ne escono illese quelle ricche»

Maestri di Strada. L’associazione, che dal 2009 può continuare a svolgere il suo lavoro esclusivamente grazie al sostegno economico di enti privati, crea degli accordi con le scuole (principalmente secondarie inferiori) e per circa 240 ore affianca all’insegnate un educatore che durante le ore di lezione incentiva lo sviluppo di un gruppo classe cooperativo; in un secondo momento subentrano gli esperti che lavorano con gruppi di studenti ristretti e li aiutano a superare difficoltà didattiche. «Utilizziamo questo modus operandi» continua Cesare Moreno «perché il nostro obiettivo non è salvare un ragazzo piuttosto che un altro, ma è focalizzarci sugli insegnanti e aiutarli a gestire meglio la didattica: se questa è ben fatta diventa inclusiva, nessun ragazzo rimarrà escluso, ripristinare la responsabilità educativa del mondo adulto verso i giovani è stato ed è tutt’ora la cosa a cui teniamo di più. La verità è che noi ci sentiamo, come tutti in realtà dovrebbero sentirsi, responsabili dell’educazione dei giovani».

 


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