Non profit

Il decreto anti azzardo? Una bufala

A due anni dalla Legge Balduzzi il bilancio delle associazioni dei comsumatori: «Una norma inutile, che non serve a nessuno» Parla Alessandro Mostaccio segretario del Movimento Consumatori

di Lorenzo Alvaro

Dal primo gennaio 2013 in Italia è entrato in vigore il decreto Balduzzi con l’obiettivo di regolamentare il settore del gioco pubblico d’azzardo, prevenendo il fenomeno della ludopatia. Tra le novità fu previsto il divieto su ogni tipo di media (giornali, riviste, tv, radio, cinema e internet) di pubblicità che inducessero al gioco d’azzardo, a meno che non fossero presenti formule di avvertimento sul rischio di dipendenza e informazioni sulle percentuali di probabilità di vincita (in caso di non osservanza alle norme si incorre in una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 100mila a 500mila euro). Fu inoltre previsto l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Fu infine vietato ai minori l’ingresso nelle aree destinate al gioco con vincite in denaro (sa- le gioco, sale bingo, ecc). Ma dopo quasi due anni dall’en- trata in vigore la legge viene rispettata?
A chiederselo, nell’ambito del progetto
“Salva Famiglie”,
 sono state le associazioni dei consumatori
 Adoc, Adusbef, Asso-consum, Federconsumatori e Movimento Consumatori.
Questo il bilancio di Alessandro Mostaccio, segretario nazionale del Movimento Consumatori.

A che punto siamo?
Il passaggio critico è quello relativo all’obbligo per i gestori di sale gioco ed esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici di informare i clienti, ma oltre il 90% degli esercizi non ha il materiale informativo che dovrebbero avere. Questo significa che le persone non sono informate sulla possibilità di aiuto che potrebbero trovare nei Sert e nelle Asl. C’è la consapevolezza da parte di chi vive di azzardo legale che se le persone capissero di avere una via di fuga non ci ricadrebbero più. Ma il punto è un altro.

Quale?
A noi interessava anche andare a vedere se, posto che la normativa viene per lo più rispettata, la raccolta dei giochi fosse diminuita o meno. Cioè andare a verificare se le misure adottate siano o meno utili.

Non sono utili?
Non lo si può sapere. Perché se si va sul sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli si scopre che i dati della raccolta risultano aggiornati a ottobre 2012. Quindi manca tutto il 2013 e l’inizio 2014. Quindi non c’è modo di rispondere alla sua domanda. Per noi ma neanche per gli addetti ai lavori. Dunque come fa lo Stato a verificare se le leggi che mette in campo funzionano? Noi poi abbiamo scritto a Giuseppe Peleggi direttore dell’Agenzia. E gli abbiamo chiesto di fornirci i dati e provvedere all’aggiornamento della pubblicazione sul sito. La richiesta l’abbiamo inviata il 26 settembre. Ma siamo ancora in attesa di risposta. La verità è che il decreto è un inutile giro di giostra. Si occupa solo di questioni formali, non dirimenti.


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