Welfare

Tor Sapienza, ecco come cambierà il sistema di accoglienza

Il piano del Governo sintetizzato dal sottosegretario agli Interni Domenico Manzione: «I fatti di Roma? Non si tratta di razzismo, ma del risultato di una politica dell'accoglienza che non funziona più»

di Redazione

Nel mondo lo scorso anno sono state oltre 51 milioni le persone costrette alla migrazione per fuggire da guerre, conflitti e violazioni dei diritti umani. Resta stabile in Europa il numero dei rifugiati, per un totale di circa 1,8 milioni di persone, mentre aumenta considerevolmente il numero delle domande di asilo presentate nei 28 paesi membri dell’Unione Europea: nel 2013 sono state ben 435mila, quasi 100mila domande in più rispetto al 2012. Tale tendenza si riscontra anche in Italia, con un aumento significativo delle domande di protezione internazionale nel primo semestre del 2014: fino al 1 luglio ne sono state infatti presentate oltre 25mila in totale (pari al numero delle domande presentate in tutto il 2013). Ciò è conseguenza anche del maggior numero di migranti giunti sulle coste italiane dall’inizio dell’anno: dal 1 gennaio al 1 luglio sono giunti oltre 65mila migranti, mentre fino allo stesso periodo nel 2013 erano sbarcate 7916 persone. Negli ultimi mesi però gli arrivi sono continuati, superando ad oggi le 150.000 unità.

Sono in totale 26.620 coloro che hanno presentato nel 2013 domanda di protezione internazionale in Italia, circa il 6,1% del totale europeo e quasi 10mila in più dell’anno precedente: la Nigeria risulta essere il primo paese d’origine dei richiedenti asilo (3519), seguita da Pakistan (3232),  Somalia (2774) e Eritrea (2109).

Di fronte ai dati presentati nel rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2014 presentato nei giorni scorsi sa Anci, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Sprar in collaborazione con l’Unhcr e a casi come quello di Tor Sapienza a Roma come si sta attrezzando il nostro Paese? Vita.it ha girato la domanda al sottosegretario agli interni con delega alle libertà civili e all’immigrazione. Ecco le sue risposte. 

 

TOR SAPIENZA
«Non credo che si tratti di manifestazioni di razzismo, episodi come questo sono figli della stanchezza e del disagio che si vive nelle periferie, ma anche di un sistema di protezione dei richiedenti asilo che ormai va superato»

IL MODELLO SPRAR
«Questa estate col piano nazionale sull’immigrazione abbiamo messo dei punti fermi con l’idea di costruire un nuovo modello: innanzitutto abbiamo deciso di allargare le maglie dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) portandolo da una capacità di 3mila persone a 20mila, con la prospettiva di raddoppiarlo nei prossimi anni. In questo contesto servono centri di accoglienza più piccoli e meglio distribuiti sul territorio. Solo così si evitano altre Tor Sapienza. Dopo di che stiamo lavorando anche a uno specifico Sprar per i minori migranti (non solo quindi per i richiedenti asilo).

LA PARTITA EUROPEA
«Fino a ieri sembrava impossibile cambiare il trattato di Dublino, oggi invece vedo che qualcosa si sta muovendo. Credo che l’Italia possa contare su nuove alleanza, come la Germania, la Svezia e la Francia, ma anche la Gran Bretagna. Se Triton è un’operazione a salvaguardia dei confini europei ed è gestita da un’agenzia europea come Frontex non è possibile che il sistema di accoglienza poggi solo sulle spalle di 5 paesi. Occorre che tutti facciano la loro parte. 


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