Non profit

Cosa insegna il Gottardo? Che l’Europa scoppia di strade

E' incredibilmente aumentato il numero di veicoli, in particolare di tir, che trasportano merci in Europa.

di Giuseppe Frangi

Ci sono due numeri che suscitano sconcerto, a proposito della recente tragedia del Gottardo: uno è evidentemente quello dei morti. L?altro è la quantità di traffico che ogni giorno percorre quella straodinaria valle alpina: 18.700 veicoli, in gran parte Tir. 18.700 veicoli che ogni giorno s?imbucano in quei 17 chilometri che uniscono il nord e il sud dell?Europa. È un numero impressionante che va sommato a quelli degli altri valichi alpini. Un numero in inquietante ascesa: nel 1970 il trasporto attraverso le Alpi passava per il 78% in ferrovia e il 22% su strada. A fine millennio le percentuali si sono ribaltate: 35 su ferrovia e 65 su strada. Una vera rivoluzione avvenuta nel silenzio, ma dalle conseguenze impressionanti sull?ambiente e sulla vita collettiva. Lo ha rivelato un ingegnere studioso di Bolzano, Hemuth Moroder, fondatore del Cipra-Commissione internazionale per la protezione delle Alpi, in una lunga e documentatissima intervista pubblicata dal mensile La Città. In 26 anni, le merci trasportate attraverso le Alpi sono aumentate del 400%. Un aumento pauroso e non certo rapportabile alla crescita dei consumi, che saranno pure aumentati, ma non si sono certo quadruplicati nell?ultimo quarto di secolo. …In realtà il difetto sta nel meccanismo perverso, esito di un modello di sviluppo davvero irrazionale, che Moroder spiega con alcuni efficacissimi esempi. Prendiamo il celebre yogurt greco, prodotto, ovviamente, in Grecia ma con latte tedesco. I camion così prima attraversano l?Europa per portare il latte a sud e poi tornano a nord con il prodotto finito, perché i consumatori sono quasi tutti là. Una cosa simile avviene per le mozzarelle pugliesi. E la ragione sta in parte nei contributi per le esportazioni del latte, ma soprattutto per il bassissimo costo dei trasporti. L?Italia esporta in Germania 250mila tonnellate di patate l?anno; esattamente la stessa quantità che importa dall?Olanda. Non sarebbe più razionale portare quelle patate dall?Olanda alla Germania? Evidentemente nessuno si pone il problema, sinchè il trasporto su gomma resta così a basso prezzo. Prendete il caso della Valtellina, attraversata ogni giorno da 150 Tir che trasportano un?acqua minerale acquisita anni fa dalla Nestlé. Probabilmente per rendere meno invivibile l?esistenza di chi sta abita in alcuni paesi tipo Tirano, si dovranno costruire circonvallazioni apposite. Su chi ricadranno i costi di quelle infrastrutture? Non certo sulla Nestlé che potrà continuare a considerare il trasporto su strada altamente economico e non avrà nessuna covenienza a pensare a soluzioni alternative. Secondo i calcoli fatti da Moroder chi trasporta merci su strada copre solo una minima parte dei costi che produce: le valutazioni oscillano tra il 12 e il 50%. Gli studi ufficiali, realizzati dai ministeri competenti, parlano di un 60%.
E non vale neppure il discorso di chi dice che potenziando le infrastrutture si migliora il livello di vita: in Europa, tra il 1992 e il 1996 il trasporto merci è aumentato del 32% mentre il Pil è salito solo del 7%. E il livello degli occupati è addirittura calato del 2,5%.
L?Europa, insomma, scoppia di strade, di motori e di pericoli connessi (la Svizzera ha calcolato che il 30% delle sue spese ospedaliere hanno una connessione con il traffico stradale). Nel suo piccolo quest?Europa è un esempio di pessima e devastante globalizzazione. E nel suo orizzonte ancora più piccolo l?Italia, con la politica così retorica delle ?grandi opere? di questo governo, rischia di essere il patetico epigono di un modello di sviluppo che è giunto al suo capolinea.

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