Cultura
I Gesuiti americani criticano la guerra all’Afghanistan
In esclusiva l'editoriale della loro rivista "America" uscita ieri
di Redazione
Editoriale di ?AMERICANI? rivista dei gesuiti americani
L?attacco aereo americano contro i terroristi e gli obiettivi talebani in Afghanistan è stato definito, da un certo numero di leader cattolici inclusi alcuni vescovi e cardinali, una reazione (una guerra) giusta.
Mentre noi ci auguriamo che la guerra porti a una conclusione giusta e celere, è difficile che tale speranza si diffonda come certezza.
Non si discute sul fatto che fermare il terrorismo sia una causa giusta, ma intraprendere una guerra dev?essere l?ultima risorsa dopo che tutti gli altri mezzi, compresi quelli diplomatici ed economici, hanno fallito.
Un mese di tempo è stato sufficiente per chiarire queste opinioni? Non è chiaro.
Sebbene i talebani abbiano rifiutato di consegnare Osama Bin Laden agli Stati Uniti, avevano offerto:
1. Di negoziare
2. Di sottoporlo a un processo di fronte a una corte islamica
3. Di consegnarlo a un terzo Stato se il governo americano avesse comprovato la sua colpevolezza.
Queste offerte sono state rifiutate dal governo Bush quali tattiche ed espedienti per prendere tempo.
Dall?attacco terroristico in America, il governo americano sostiene che Osama Bin Laden debba essere giudicato in America.
Inoltre gli Stati Uniti vogliono l?eliminazione totale dell?organizzazione Al Quaeda, non solo del suo leader Osama Bin Laden.
Le argomentazioni americane sono forti ma il secco rifiuto alla negoziazione fa si che gran parte del mondo islamico ritenga gli Stati Uniti alla stregua di un tiranno.
Mentre peraltro, da una parte, non esiste possibilità per un imparziale processo a Kabul- principale supporter militare e finanziario dei talebani ? dall?altra, l?idea che Bin Laden provi a difendersi al cospetto di una corte islamica è molto avvincente.
In un processo imparziale, di fronte a giudici islamici obiettivi, dovrebbe affrontare l?accusa di violazione dei principi islamici avendo attaccato vittime civili innocenti.
Tale accusa minerebbe il terrorismo nel mondo musulmano molto più di quanto possano gli Stati Uniti con le proprie forze.
Non sapremo mai cosa sarebbe accaduto se gli Stati Uniti avessero accettato la sfida e proposto a giudici islamici non talebani provenienti da territorio non afgano di presiedere il caso.
Anche se i talebani avessero rifiutato, questa scelta avrebbe rafforzato l?immagine e la posizione degli americani nel mondo.
In alternativa, Bin Laden avrebbe potuto essere processato da un tribunale criminale internazionale.
Anche se la scelta della guerra viene intrapresa come ultima risorsa, deve essere portata avanti in maniera giusta; deve mirare alla ricerca della giustizia e non della vendetta: attacchi diretti sui civili devono essere evitati e la forza usata dev?essere proporzionata alle finalità da raggiungere.
Per esempio, molti teorici della guerra credono che i bombardamenti atomici di Nagasaki e Hiroshima, così come i bombardamenti di Dresda, siano stati immorali.
Durante la prima settimana di attacchi aerei gli obiettivi primari sono stati aerei e campi militari, installazioni antiaeree e altri obiettivi la cui distruzione potesse dare agli Stati Uniti una schiacciante superiorità aerea. In seguito si sono susseguiti attacchi sui campi dei terroristi, sulle forniture e sulle attrezzature militari talebane.
E? difficile disapprovare tali obiettivi in guerra.
Il Pentagono ha riconosciuto che un missile Tomahawk e una bomba ?intelligente? della Marina hanno colpito dei civili; un altro missile ha colpito un deposito della Croce Rossa. Ma finora i civili non sono stati direttamente presi di mira.
Alla fine della prima settimana di incursioni, l?Afghanistan non ha ancora sentito la piena forza del potere americano. Hanno volato nei cieli afgani 10 o forse meno bombardieri americani al giorno e da 10 a 15 jet da guerra della marina. Durante la guerra del Golfo c?è stata una media di 1500 voli al giorno e contro la Serbia la Nato ha usato circa 1100 aerei.
Diversamente da come è avvenuto nel Golfo persico e in Yugoslavia, gli aerei da guerra americani sembrano che vogliano risparmiare le infrastrutture civili, quali ponti, tunnel e strade. Durante la prima settimana sono state anche evitate molte delle forze talebane situate nel nord, dove sono affrontate dall?Alleanza del Nord. I funzionari americani temono di appoggiare militarmente l?Alleanza del Nord prima di aver raggiunto una coalizione politica per governare un Afghanistan post talebano.
Tutto questo potrebbe cambiare in un istante: ed è questo che ci preoccupa.
Una volta che gli ovvi obiettivi militari sono stati distrutti, dove andranno a colpire le bombe?
Sin dall?inizio il governo ha pensato a questa battaglia in termine prima di tutto militari, ma la battaglia al terrorismo non può essere vinta solo con i proiettili.
Gli Stati Uniti hanno bisogno del supporto non solo delle ?élite? che governano gli Stati musulmani, ma anche della opinione pubblica musulmana.
Per questo è stata una follia aspettare un mese prima di accettare l?invito ad apparire a Al Jazeera, un canale satellitare informativo indipendente di Quatar, che poteva essere usato per mandare i nostri messaggi al mondo musulmano.
Questa guerra non verrà vinta sulle montagne afgane. Verrà vinta quando i musulmani saranno convinti che gli Stati Uniti agiscono giustamente.
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