Welfare

Ristretti orizzonti, appello per evitare la chiusura

La redazione del prezioso organo di informazione sul mondo dietro le sbarre cogestito da detenuti ha bisogno di un innesto economico per rimanere a galla. Ecco le motivazioni e le modalità di adesione

di Daniele Biella

"Care lettrici, cari lettori, con questo appello abbiamo finora raccolto 7.740 euro, da 254 donatori, tra persone singole ed Enti. Siamo arrivati quasi a un terzo della cifra necessaria per continuare il nostro lavoro l'anno prossimo: 25mila euro. Entro fine dicembre però abbiamo bisogno di 10mila euro, per pagare i contributi sulle nostre buste paga semestrali. Dobbiamo quindi chiedere, a chi non l'ha ancora fatto e nel limite del possibile, di aiutarci. Le donazioni sono fiscalmente detraibili ai sensi del D.L. n. 35/2005, convertito nella Legge n. 80/2005". Inizia così la richiesta di aiuto della redazione di Ristretti orizzonti, testata unica del suo genere perché gestita da un gruppo di detenuti ed ex detenuti della Casa circondariale di Padova.

"Da sempre offriamo gratuitamente i nostri servizi e vogliamo mantenerli tali, perché queso ci ha permesso di parlare di carcere a tutti, non solo a una nicchia interessata", sottolinea Ornella Favaro, direttore di Ristretti orizzonti, che oltre alla testata (e all'utilissima newsletter) promuove anche uno sportello di Avvocato di strada sempre a Padova e incontri nelle scuole, con 5mila studenti raggiiunti nel solo 2013. "C'è la crisi, lo sappiamo, e la causa dei nostri problemi economici è da ricondurre ai tagli degli enti locali, così come alla diminuzione dei bandi ministeriali", continua Favaro, che ha anche un proprio blog su Vita.it, "ma non demordiamo, e chiediamo a tutti una mano". Oggi lavorano attivamente per Ristretti 3 ex detenuti e un detenuto, mentre la redazione è composta da 35 reclusi e lo sportello è cogestito da 20 volontari. A questo link le informazioni e i dati postali e bancari per aderire all'appello.


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