Mondo
Oggi davanti al Parlamento la protesta delle Donne in nero
Lo slogan "La bandiera italiana non sarà il nostro chador"
di Redazione
Siamo in guerra? No, facciamo la guerra.
Il governo italiano ha formalmente chiesto agli Stati Uniti d?America, il permesso di partecipare alle operazioni militari contro l?Afghanistan.
– Contro Osama bin Laden, che non è afghano;
– Contro i Talebani, al potere di un regime imposto con le armi e subito dalla popolazione tutta;
– Contro la popolazione civile afgana, donne, uomini, bambine e bambini, vittime di quelle stesse armi la cui produzione costituisce un?importante voce di bilancio per molti paesi occidentali e orientali, di religioni e culture diverse, accomunati dalla ricerca di un profitto alimentato dall?ingiustizia.
Il permesso è stato accordato e su questa base il Parlamento italiano è chiamato a votare.
Perché non ci sia un?ulteriore grave strappo alla costituzione italiana, perché l?art.11 ? l?Italia ripudia la guerra? non venga ancora una volta violato, perché la costruzione di una cultura di pace attraverso una politica di giustizia, di dialogo e di confronto non subisca l?ennesimo attentato, è necessario senza SE e senza MA dire NO alla guerra.
La politica che non combatte la fame dando cibo, che non combatte la sete dando acqua, che non combatte le violazioni riconoscendo diritti, è una politica che persegue lo sterminio della dignità sociale e individuale di ciascuna e ciascuno di noi.
Per mantenere la nostra striscia di futuro fatta di pace, di libertà e di nonviolenza è necessario continuare a manifestare il nostro antimilitarismo e impedire che l?esercito che va alla guerra si appropri delle nostre vite.
Donne in Nero Roma
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