Welfare

Rapporto Unar: quasi 5 milioni i migranti che risiedono in Italia

Sono 232 milioni di migranti nel mondo, il 3,3% della popolazione mondiale. La Germania è la nazione europea che registra il tasso più alto di flussi migratori, seguono poi la Spagna; il Regno Unito; l’Italia e la Francia. In Italia alla fine del 2013 ufficialmente sono 4.922.085 gli stranieri che risiedono nel paese

di Anna Spena

Le pari opportunità sono un obiettivo ancora troppo lontano e i sistemi istituzionali di discriminazione creano modelli di appartenenza e di merito che vanno nella direzione esattamente opposta rispetto all’idea di uguaglianza. L’atteggiamento di chiusura nasce quasi sicuramente della scarsa conoscenza dei fenomeni migratori.

Per comprende le dinamiche dei fenomeni migratori l’UNAR ha sostenuto la diffusione di un Dossier Statistico Immigrazione che è stato presentato oggi, in contemporanea, nelle principali città italiane. L’evento milanese, che si è tenuto presso la sede principale del patronato Acli milanese, è iniziato con l’introduzione di Paolo Petracca, presidente delle Acli Milanesi.

Hanno poi portato la loro testimonianza alcuni ospiti esperti sulla questione immigrazione tra cui  Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali e cultura della salute del Comune di Milano, e Alberto Guariso, avvocato Associazione studi giuridici sull’immigrazione.

Alla fine del 2013 sono stati stimati dalle Nazioni Unite 232 milioni di migranti, 3,3% della popolazione mondiale, tra i quali 175 milioni di lavoratori, il 5% dell’intera forza lavoro del pianeta. Nell’Unione Europea, a fine 2012, i residenti con cittadinanza diversa rispetto al paese in cui vivono sono 34.061.000, il 6,8% della popolazione complessiva. La Germania è la nazione europea che registra un tasso più alto di flussi migratori, seguono poi la Spagna; il Regno Unito; l’Italia e la Francia.
 

Un momento della presentazione del Rapporto

Soffermiamoci sul caso italiano: dalla metà degli anni 70 il nostro paese è diventato “paese di immigrazione”. Alla fine del 2013 ufficialmente sono 4.922.085 gli stranieri che risiedono nel paese. Le principali province italiane che presentano questo fenomeno sono Milano, Roma, Torino e Brescia. Solo nella regione Lombardia risiedono oltre un milione di stranieri, nel Lazio più di 600mila. Sono 196 le nazionalità rappresentate nel Dossier, ma il 51,1% dei migranti (circa la metà) proviene solo da 5 paesi: Romania; Albania; Marocco; Cina e Ucraina.

Durante la presentazione si è più volte fatto notare come gli immigrati siano per l’Italia una forza lavoro indispensabile ma ancora troppo subalterna. Secondo i dati dell’indagine Istat sulle forze lavoro, gli occupati stranieri sono 2,4 milioni un decimo del totale. Prevalgono le occupazioni nei servizi con il 63,6% di occupati, seguono poi quelle nell’industria con il 31,7% e infine agricoltura il 4,7%.

«In Italia è necessario fare una scelta politica chiara» ha spiegato l’assessore Majorino. «Vogliamo stare sul contenimento dei danni o sul riconoscimento dei diritti delle persone?  Dobbiamo uscire dalla dimensione della gestione emergenziale del fenomeno e riconoscere i diritti dell’altro. Non si può più usare l’Europa come escamotage dialettico per giustificare quello che non si fa in Italia»

L’Italia, per la sua posizione geografica è uno dei principali paesi esposti ai flussi migratori, nel 2013 sono state 26.620 le richieste d’asilo. Nei centri d’accoglienza un posto letto costa circa 35 euro al giorno, rispedire un migrante a “casa” e condannarlo a morte sicura ne costa circa 160.  Le persone che arrivano devono essere riconosciute come portatori di un diritto indipendentemente dal paese di provenienza.

L’avvocato Alberto Guariso è stato duro nei confronti dei sistemi istituzionali, sia italiani che europei,  rispetto alla questione immigrazione: «Tutta la pressione fatta dall’Unione Europea si riduce in un ritiro dal nostro impegno di salvare vite. Le operazioni  di soccorso in mare devono continuare anche fuori dalla acque territoriali, se non si è vivi è inutile discutere di uguaglianza. La presenza degli stranieri in Italia è una realtà con cui dobbiamo convivere, il 56% dei migranti ha un progetto di via stabile in Italia. Sperimentiamo le potenzialità inclusive che nascono dalla solidarietà verso gli altri. L’esperienza della cittadinanza non dipende da nessun bollino, essere partecipi di una comunità significa fare esperienza non solo di tutti i diritti che quel contesto ti offre, ma soprattutto fare esperienza dei doveri».


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