Non profit

Capitanucci: non sapevo nulla dell’accordo. Che imbarazzo!

La presidente di Alea e socia fondatrice di And non era al corrente che le due associazioni, facenti parte della campagna Mettiamoci in Gioco, fossero tra i firmatari dell'accordo con Sistema Gioco Italia (Confindustria). «Verificherò con la base il processo di sottoscrizione. Alla prima occasione pubblica prenderò una posizione molto netta sulla vicenda»

di Lorenzo Alvaro

«Non ne sapevo nulla. Sono imbarazzata». Così ha reagito Daniela Capitanucci alla notizia dell'accordo stipulato tra Sistema Gioco Italia (Confindustria) e Mettiamoci in Gioco, la campagna che raccoglie una serie di associazioni nella lotto contro il gioco d'azzardo legalizzato.

Lo sconcerto di Capitanucci è dato dal fatto che «da presidente di Alea e socio fondatore di And, entrambe associazioni che si occupano del tema del gambling e del Gap (gioco d'azzardo patologico) ed entrambe firmatarie di questo accordo, non ne sapevo nulla. Per me è stato un fulmine a ciel sereno».

Come spiega approfonditamente Marco Dotti in un articolo pubblicato oggi da Vita.it l'accordo è sostanzialmente un harakiri della campagna Mettiamoci in Gioco. «Crado che il comunicato stampa pubblicato dal sito di Mettiamoci in Gioco, sia molto esaustivo. Quando altri si sostituiscono, nei fatti, a competenze regolative che dovrebbero essere governate dallo Stato allora vuol dire che siamo proprio lontani dalla meta. E saranno guai», sottolinea Capitanucci.

«Oltre all'imbarazzo vivo anche un certo sconcerto perché mai avremmo accettato quello che in questo accordo si certifica. Per questo sto facendo tute le verifiche del caso per capire cosa sia successo. Quello che so per certo è che alla prima occasione pubblica prenderò una posizione molto forte su questa vicenda», ha conlcuso la presidente.


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