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Ebola: Villaggi Sos isolati e bimbi a rischio abbandono

Sos Villaggi dei Bambini è presente in Guinea, Liberia e Sierra Leone. L'ong sta chiedendo ai governi di intervenire per i bambini che hanno perso uno o entrambi i genitori e che sono vittime di stigmatizzazione.

di Antonietta Nembri

Arriva da Sos Villaggi dei Bambini l’allarme per i quasi 4mila bambini che a causa dell’Ebola hanno perso uno o entrambi i genitori. Mentre il numero di contagiati in Guinea, Liberia e Sierra Leone supera ormai quota 9mila con oltre 4.400 morti, sono tantissimi i bambini che vengono lasciati nei centri di accoglienza temporanei e hanno urgente bisogno di attenzione e sostegno. Per queste piccole vittime della stigmatizzazione l’organizzazione sta chiedendo ai governi dei tre paesi di intervenire.

In un comunicato stampa, Sos Villaggi dei Bambini Italia raccoglie le testimonianze che arrivano dai rappresentanti dell’ong nei tre Paesi.
«In Guinea, avevamo registrato a luglio una diminuzione dei casi di Ebola. Oggi invece la situazione è drammatica, soprattutto nella capitale. Il centro ospedaliero anti ebola è al collasso. Sono 62 i pazienti, in una struttura che ne può ospitare al massimo 60. Stanno cercando di aumentare il numero di letti ma non so come faranno. Nessuno dei nostri bambini e ragazzi sono stati contaminati ma applichiamo ovunque le rigide misure di prevenzione. Scuole e licei sono chiusi. Siamo in gabbia. È un incubo! » racconta il direttore dei Programmi Sos in Guinea.

Il suo omologo in Sierra Leone racconta: «C’è ancora resistenza alla malattia. Molti continuano a non accettarla e a non usare le misure base di prevenzione. I membri delle famiglie si rifiutano di rimuovere i cadaveri e li lasciano nelle case. Le squadre di sepoltura peraltro hanno evidenziato l'inadeguatezza degli strumenti per poter effettuare interventi appropriati. Molti ospedali sono al collasso. Non hanno strumenti adatti e personale qualificato. Questo determina un aumento delle infezioni. La chiusura delle aziende e l’aumento dei prezzi stanno mettendo in ginocchio il Paese. Le famiglie beneficiarie dei nostri programmi sono stremate dalla mancanza di lavoro e dalla paura di ammalarsi. Stiamo acquistando all’ingrosso beni di prima necessità e distribuendo prodotti alimentari e forniture mediche. Siamo stati costretti a lasciare a casa tutto il personale impiegato nei nostri servizi e programmi, per ridurre al minimo il movimento dentro e fuori da tutte le nostre strutture Sos. Non è permesso ad alcun visitatore di entrare nei Villaggi SOS e tutte le educatrici, i bambini e i ragazzi non possono uscire.  Le scuole sono chiuse».
 
Anche in Liberia nessuno può uscire dai Villaggi Sos, racconta il direttore dei Programma Sos nel Paese «Il nostro personale l’abbiamo dovuto lasciare a casa, riducendo tutti i nostri programmi. I bambini e i ragazzi non possono uscire dai Villaggi Sos. Le scuole sono chiuse. Distribuiamo sacchi di riso ai dipendenti e alle famiglie. I prezzi dei generi alimentari sono aumentati. Le principali sfide per il nostro Centro Medico Sos sono: avere attrezzature di "terapia intensiva", rifare il sistema fognario e poter avere dei pannelli solari».