Formazione

Padova: aperto infopoint autogestito da immigrati

Si chiama Extrapoint ed è nato dalla collaborazione tra Unione degli industriali, Camera di commercio e Regione Veneto

di Gabriella Meroni

Un punto di informazione per stranieri, gestito da stranieri, su tutte le problematiche del lavoro in Italia e dell’integrazione: questo in sintesi il significato dello sportello Extrapoint, nato a Padova da una collaborazione fra l’Unione degli industriali, la Camera di commercio e la Regione Veneto.

All’inaugurazione sono intervenuti il presidente degli industriali del Veneto Luigi Rossi Luciani, il vicepresidente della Camera di commercio di Padova Marco Cortella, responsabile del progetto, e l’assessore regionale ai Flussi migratori Raffaele Zanon. Cortella ha posto l’accento sulla consistenza numerica del fenomeno immigrazione in Veneto, ricordando gli orientamenti forniti dall’indagine annuale Excelsior (Unioncamere e ministero del Lavoro): ”Nel 2001 si avranno in Veneto 21mila extracomunitari neo assunti, pari al 25,8% del totale delle assunzioni regionali, una percentuale superiore di cinque punti a quella nazionale. In particolare -ha spiegato- a Padova avremo oltre 3.500 lavoratori extracomunitari in piu’, pari al 22,4% della quota complessiva provinciale”.

Per Rossi Luciani, l’apertura di Extrapoint rappresenta il successo della concertazione fra le risorse regionali e un esempio per le azioni di integrazione in Veneto e piu’ in generale nel Nordest. ”I dati sul fenomeno del lavoro straniero in Veneto indicano con chiarezza la necessita’ di politiche stabili e permanenti di integrazione nei luoghi di lavoro e nelle comunita’ locali”, ha sottolineato il presidente, ricordando come ‘lo sportello’ e’ stato avviato due anni fa proprio da un progetto di Unindustria Padova, successivamente condiviso con gli industriali di Venezia e Treviso, prossime sedi di apertura di altri Extrapoint. Rossi Luciani nel suo intervento ha poi toccato altri due punti ritenuti strategici sia per il sistema economico sia per una reale integrazione. Il primo e’ relativo alle difficolta’ burocratiche imposte agli imprenditori dalle attuali normative: ”Una azienda che abbia chiesto all’inizio del 2001 di assumere regolarmente un lavoratore straniero potra’ vederlo inserito nel ciclo produttivo non prima della meta’ del 2002.

E’ significativo che l’ultima ricerca sull’immigrazione della Fondazione Nordest riveli che gli imprenditori sono piu’ preoccupati dalle difficolta’ burocratiche che dai problemi di integrazione come la lingua e la religione”. Il secondo punto riguarda il problema degli alloggi, per il quale e’ in fase conclusiva il progetto ”Fondazione casa”, sempre nato dalla concertazione fra enti e associazioni, che attende come ultimo passaggio il consenso regionale.

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