Formazione
Negli Usa è boom per l’homeschooling
Circa 1.700.000 bambini americani frequentano infatti quella che una vecchia legge italiana chiamerebbe la "scuola paterna". Un'interessante inchiesta di Italia oggi
di Redazione
“Ma tu frequenti una scuola pubblica o privata?” A questa domanda circa 1.700.000 bambini americani risponderebbe: “nessuna delle due”.
Frequentano infatti quella che una vecchia legge italiana chiamerebbe la “scuola paterna”, cioè studiano a casa sotto il controllo dei genitori.
Nato dalla crescente frustrazione dei genitori con la conclamata degenerazione della scuola statale, il fenomeno dello “homeschooling” è già arrivato a mandare i suoi diplomati all’università, dimostrando che in media ottengono migliori risultati su vari fronti.
La settimana scorsa gli “homeschoolers” hanno segnato una vittoria in una prova tipicamente americana, lo “Spelling Bee”, gara nazionale ad eliminazione diretta in cui vince chi dimostra di saper le lettere che compongono le parole della lingua inglese.
L’anno scorso fu un homeschooler a vincere la gara nazionale di geografia. Agli esami per l’ammissione all’università, i giovani che non vanno a scuola hanno segnato punteggi più alti dei loro coetanei.
Le statistiche del 1999 li collocano fra il 75° e l’85° percentile rispetto alla media nazionale (50° percentile).
In media hanno preso 22,7 punti su un massimo di 36, risultato che li pone alla pari con gli studenti del Rhode Island, lo stato che ha ottenuto i risultati migliori.
L’inchiesta di Italia oggi sottolinea anche come i genitori che educano da soli i propri figli contano diversi oppositori, principali fra i quali è il potente sindacato nazionale degli insegnanti, National Education Association.
Fra le pressioni cui sono sottoposte può capitare anche la denuncia penale. E’ successo recentemente nella Virginia, dove due genitori che hanno ritirato il loro bambino da scuola lo scorso febbraio sono stato arrestati. Rilasciati in breve tempo, adesso fatto causa al distretto scolastico e chiedono cento milioni a testa in danni materiali e morali.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.