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La bellezza sarà nel primo articolo della Costituzione

Questa la proposta di Serena Pellegrino, deputata di Sel, per modificare l'art. 1 della Costituzione inserendo il riconoscimento della bellezza come costitutivo dell'identità nazionale «solo l'Italia può riconoscere come principio costituzionale la bellezza. I Padri Costituenti la consideravano un valore intrinseco ma guardandoci attorno risulta evidente che vada ormai esplicitato»

di Lorenzo Alvaro

«L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro». Questo è il primo articolo della Costituzione Italiana. O almeno quello che tutti ricordano a memoria a cui segue un meno celebre «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Ma potrebbe esserlo ancora per poco. Perché Serena Pellegrino, deputata di Sel, ha proposto di inserire in questo articolo un'altra frase: «La Repubblica Italiana riconosce la bellezza quale elemento costitutivo dell'identità nazionale, la conserva, la tutela e la promuove in tutte le sue forme materiali e immateriali: storiche, artistiche, culturali, paesaggistiche e naturali». Un'iniziativa legislativa (di cui è disponibile anche un portale online) che la deputata spiega in modo semplice: «solo l'Italia può riconoscere come principio costituzionale la bellezza. I Padri Costituenti la consideravano un valore intrinseco ma guardandoci attorno risulta evidente che vada ormai esplicitato».  

Serena Pellegrino introduce il convegno “Riconoscere la Bellezza”

 

Com'è nata l'idea di una modifica costituzionale?
Faccio l'architetto di professione e in questi 70 anni ho visto deturpare il Paese all'inverosimile. Con anche il contributo del sistema, compresa la sinistra. Dico sempre che in nome di un lavoro e di una casa abbiamo accettato qualsiasi compromesso. Avremo dovuto avere un progetto, pensare a quale lavoro e quale casa progettare. Oggi speculatori, palazzinari, Confindustria ci hanno portato allo stato di oggi. Abbiamo deturpato il patrimonio dei nostri padri. La tutela di questo patrimonio doveva essere prioritaria. Loro la misero solo all'art. 9 della Carta, perché probabilmente lo davano come valore intrinseco. Noi siamo cresciuti nella bellezza. Oggi però non basta più, serve esplicitarlo in modo chiaro

Perché la bellezza?
La parola bellezza non è edonismo, confusione che abbiamo fatto negli ultimi 30 anni. Non c'entra l'estetica. L'Italia produceva bellezza, penso alle case popolari degli anni '20. Provate a paragonarle a quelle degli anni '80. Una volta facevamo belle fabbriche, come i cotonifici. Insomma la bellezza era un modo di fare le cose, connaturata. Era armonia. Era il dna dell'essere italiano. Non solo bellezza materiale ma anche immateriale, come la poesia, la letteratura e la musica.

Cosa pensa possa cambiare concretamente con questa aggiunta?
Intanto può essere declinato un principio sostanziale. Penso seriamente che noi siamo gli unici al mondo a poter dire questa cosa del proprio Paese senza timore di smentita. Potrebbe essere un volano economico di una rinascita. Un nuovo umanesimo.

Solo cambiando l'art. 1 della Costituzione?
No certo. È già disatteso così com'è. Ma aprire un serio dibattito in questa direzione penso sia sostanziale. Lo sblocca Italia va tutt'altra direzione

Sembra per altro che la sua idea abbia riscosso un grande successo…
Si, l'ho depositata il 22 maggio scorso. E subito ho notato grande entusiasmo. L'unica cosa che sembra essere un ostacolo è che significa toccare uno dei primi 12 articoli della Costituzione

Quando secondo lei potremo vedere la bellezza in Costituzione?
Settimana scorsa in due giorni ho raccolto in parlamento 73 firme, che sono un'enormità, provenienti da tutti i gruppi politici. Franceschini, quando l'ha ricevuta ha detto che farà tutto il possibile perché venga messa in agenda il prima possibile. Godiamo anche del sostegno dell'ex ministro Bray
 

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