Cultura

Pax Christi, no all’Italia in guerra

"Un accorato appello a tutte le persone che siedono in Parlamento affinché interpretino l’anelito alla pace delle donne e degli uomini che li hanno eletti"

di Redazione

In questo momento in cui con maggiore evidenza si affacciano alla nostra coscienza tutti i motivi retorici e nefasti della guerra non possiamo restare in silenzio. Vogliamo esprimere la nostra grave preoccupazione per la scelta del Governo di offrire uomini e mezzi del nostro Paese per il prosieguo della guerra in territorio afgano. La nostra contrarietà, oltre che ispirata dal Vangelo della Pace in cui fermamente crediamo, deriva dal dettato costituzionale che all?art, 11 “ripudia” la guerra come strumento per la risoluzione di qualsiasi controversia. Proprio in questi giorni il Capo dello Stato ha impegnato la sua parola a difesa dei valori della Costituzione. Vorremmo che, coerentemente, se ne traessero tutte le conseguenze. D?altra parte anche i conflitti più recenti (Iraq, Kosovo…) hanno ampiamente dimostrato quanto la guerra non risolve i problemi ma li trascina nel tempo o li aggrava. Tanto più questo conflitto sembra concedere nuovi argomenti, consensi e spazi d?azione al terrorismo che dice di voler debellare. In questo caso poi, ci sembra che continuino ad essere ignorate le Organizzazioni internazionali, che restano la strada maestra indicata dai padri che sottoscrissero la Carta delle Nazioni Unite e che Papa Giovanni XXIII ha letto come uno dei segni dei tempi. Il conferimento del Premio Nobel all?ONU e al suo Segretario Generale indica che andrebbe valorizzato e sostenuto il ruolo di un governo mondiale democratico e vigile. Infine rinnoviamo il nostro disappunto per la decisione del Governo in quanto tale decisione avviene nel momento in cui il conflitto ha ampiamente e tristemente dimostrato di non riuscire a risparmiare la vita dei civili che abitano l?Afghanistan e che subiscono così un doppio conflitto. Né l?uso delle armi sembra accompagnarsi ad una fattiva ricerca per la rimozione delle cause remote dei conflitti. Rivolgiamo pertanto un ultimo e accorato appello a tutte le persone che siedono in Parlamento affinché interpretino l?anelito alla pace delle donne e degli uomini che li hanno eletti, esprimendo il voto negativo all?intervento delle truppe e dei mezzi militari italiani nella guerra in Afghanistan.


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