Mondo

L’estate sta finendo. Meno male

Quella che sta per concludersi è stata una stagione tragica. Tra guerre, emergenze umanitarie e malattie, ecco una conta - paese per paese, persona per persona - delle vittime degli ultimi tre mesi che hanno messo il mondo in ginocchio

di Gabriella Meroni

Un'estate da dimenticare, quella che si sta concludendo, per tutto il mondo. Tra guerre, emergenze umanitarie, crisi e malattie, gli ultimi tre mesi hanno visto succedersi avvenimenti drammatici che hanno causato migliaia e migliaia di vittime. Il Washington Post ha deciso di mettere nero su bianco un bilancio in termini di vite umane perdute o messe a repentaglio, che fotografa la situazione ma intende anche risvegliare le coscienze. Eccolo, paese per paese.
 
VITTIME DI VIOLENZE E MALATTIE
Iraq: 5.574 
Il dato, fornito dalle Nazioni Unite, non considera la provincia di Anbar. Il mese in cui ci sono state più vittime è giugno, quando l'Isis ha iniziato la conquista delle regioni del Nord Iraq, sconfiggendo le milizie curde.
Ucraina: 1500 
Sono incluse in questa cifra – riferita al solo mese compreso tra la metà di luglio e il 17 agosto – le 298 vittime del volo della Malaysia Airlines abbattuto sui cieli del paese. Se si considera invece il periodo metà aprile-metà agosto, la conta delle vittime sale a 2.518.
Gaza: 2.104 
Ancora un dato Onu riferito a fine agosto. La conta delle vittime israeliane dell'operazione Protective Edge è di almeno 69 persone. 
Siria: numero imprecisato
A inizio anno le Nazioni Unite hanno annunciato di aver smesso di conteggiare ufficialmente le vittime della guerra in Siria dopo che queste hanno raggiunto quota 100mila, a causa della mancanza di fonti interne attendibili. A fine agosto l'Ufficio per i Diritti Umani dell'Onu ha stimato che il numero presunto delle vittime potrebbe aver raggiunto quota 191mila a fine aprile (+91mila solo quest'anno). Nessun dato certo è disponibile da aprile a fine agosto, anche se l'Onu ha parlato di “ritmo crescente delle stragi”. 
Africa Occidentale: 1900
I paesi attualmente alle prese con l'epidemia di Ebola sono Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. Il numero dei morti a causa della malattia è fermo a 1900 al 26 agosto, e Medici senza Frontiere ha lanciato un allarme denunciando l'incapacità dei centri sanitari locali di fronteggiare i nuovi casi.
 
RIFUGIATI
Iraq: 1.193.369
Questo numero si riferisce solo a coloro che sono stati costretti a lasciare il paese dallo scorso giugno a causa delle violenze e degli attacchi dell'Isis, mentre si stima che altre 600mila persone abbiano lasciato le loro case nel solo mese di agosto e si trovino ancora all'interno dell'Iraq (fonte Onu). 
Siria: 200.000
Dall'inizio di giugno sono stati registrati circa 200mila rifugiati siriani, e altri 35mila sono attualmente in attesa di registrazione. Dal 2011 a oggi i rifugiati siriani sono circa 3 milioni, con una veloce escalation dall'estate 2012.
Ucraina: 326.000
Secondo l'Unhcr in Ucraina sarebbero almeno 270mila gli abitanti dell'Ucraina costretti  lasciare le loro case, pur senza abbandonare il paese (in termine tecnico sono “internally displaced people”). Sempre secondo l'agenzia Onu, erano solo 10mila lo scorso maggio. Oltre a questi, altri 66mila ucraini hanno chiesto asilo in Russia nel solo mese di agosto. E visto che per spostarsi tra Russia e Ucraina non occorre passaporto, si stima che almeno altre 800mila persone abbiano varcato la frontiera dall'inizio dell'anno.
Sud Sudan: 400.000
Negli ultimi tre mesi almeno altri 400mila sudanesi si sono rifugiati in altri paesi per sfuggire all'interminabile conflitto in atto. I dati potrebbero essere approssimativi per difetto in quanto l'Onu non ha accesso ad alcune remote aree del Sud Sudan.
Nigeria: 200.000
Sono almeno 200mila i nigeriani costretti a rifugiarsi all'estero o in luoghi diversi dalla propria dimora abituale per sfuggire alle violenze degli islamisti di Boko Haram da maggio ad agosto, soprattutto nelle regioni di Adamawa, Borno e Yobe.


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