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Gaza, la crisi umanitaria finirà solo con lo stop all’embargo
Più di 2mila morti, 10mila feriti e oltre 100mila persone senza più una casa: il pesante bilancio di sette settimane di guerra. Per superare la crisi di Gaza servirebbe la fine del blocco. In un rapporto Oxfam lancia anche delle proposte
di Anna Spena
Andare oltre la tregua. Per dare un futuro alla popolazione di Gaza servirebbe la fine del blocco, senza di ciò la crisi umanitaria si ripeterà. Ad affermarlo è Oxfam che all’indomani del cessate il fuoco ha diffuso il rapporto “Un altro cessate il fuoco non è sufficiente: ripensare sette anni di assenza di politiche per Gaza”.
Il cessate il fuoco resta una soluzione a breve termine «a meno che non vengano riconosciuti in modo permanente i diritti fondamentali della popolazione che vive a Gaza. Un precondizione senza la quale sarà impossibile raggiungere una pace duratura» dice Umiliana Grifoni, responsabile dell’ufficio Mediterraneo di Oxfam Italia.
Il bilancio degli ultimi 50 giorni è drammatico: oltre 2mila morti, più di 10mila feriti, in gran parte civili. Ma ci sono anche altri numeri: le 100mila persone che non hanno più una casa perché è stata distrutta dai bombardamenti e che oggi vivono ammassati in scuole, con meno di un’ora d’acqua corrente al giorno.
Saranno necessari miliardi di dollari per la ricostruzione e anni per riparare i danni alle infrastrutture.
È anche guardando a questi dati che si deve andare oltre il cessate il fuoco, occorre non solo porre fine alla violenza da entrambe le parti, ma deve essere dato uno stop alle politiche che hanno ridotto a dipendente dagli aiuti internazionali un’economia un tempo propulsiva.
Tra le cause il blocco su Gaza che ha impedito agli agricoltori e alle imprese di Gaza di vendere i propri prodotti in altri mercati palestinesi. Basti un dato: oggi le esportazioni da Gaza sono il 2% di quelle che hanno preceduto l’embargo del 2007. Anche le persone hanno subito delle ripercussioni. Un dato per tutti: negli ultimi 14 anni solo tre studenti di Gaza sono stati autorizzati a studiare in Cisgiordania.
Tra le proposte per risolvere la crisi, presenti nel rapporto di Oxfam, si trova – oltre alla protezione dei civili di entrambe le parti da operazioni militari e lanci di razzi – la necessità di garantire alla popolazione la possibilità di muoversi tra Gaza e la Cisgiordania riaprendo le frontiere a tutti i civili «ad eccezione dei casi relativi a specifici problemi di sicurezza», puntualizza una nota di Oxdam.
Altre due proposte riguardano la circolazione delle merci essenziali per la ripresa e lo sviluppo dell’economia e del commercio di Gaza – per esempio ammodernando il valico commerciale di Kerem Shalom – e l’intensificazione dei rapporti diplomatici con il governo tecnico di unità palestinese.
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