Salute

Pannuti (Ant): caro Renzi non dimenticare il non profit nell’assistenza

Nei giorni in cui veniva presentata la riforma del Terzo settore la presidente di Fondazione Ant denuncia l'assenza dei pazienti assistiti dal non profit nei dati del Ssn presentati dal ministero al Parlamento.

di Antonietta Nembri

Assente. Proprio così. Il soggetto è il non profit e il luogo di assenza sono i dati presentati in parlamento a luglio sulla Sanità pubblica e le cure palliative. A rilevare la lontananza dalla realtà delle comunicazioni fatte ai parlamentari è Raffaella Pannuti, presidente della Fondazione Ant che di assistenza domiciliare ai malati di tumore si occupa dal 1985. Pannuti però non ci sta e presa carta e penna ha scritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio. «Il 17 luglio in Parlamento è stato presentata un’indagine conoscitiva sullo stato della sanità pubblica italiana, il 22 luglio il ministro Lorenzin ha relazionato sullo stato dell’applicazione della legge 38 sul diritto delle persone a non soffrire» scrive la presidente di Ant che sottolinea: «Cosa accomuna questi due documenti? L’assenza totale del non profit nel primo e la presenza solo marginale dello stesso nel secondo, nonostante l’attenzione che Lei, anche recentemente, ha riservato al Terzo settore, sottolineandole l’importanza strategica per il Paese».

A non quadrare per Raffaela Pannuti sono i dati della relazione del ministro che, messi a confronto, con la sola attività svolta da Ant, mostrano da un lato «il ruolo del Terzo settore» e dall’altro «l’ancora incerta attendibilità del sistema informativo del ministero».
E qui arriva la stoccata della presidente nazionale di Ant: «Il dato generale fornito è stato di poco più di 34mila assistiti. Ant lo stesso anno ne ha assistiti quasi 10mila, quindi il 30 per cento». E ancora: «Alcuni esempi. In Emilia Romagna sono 2.903. Peccato che Ant ne abbia assistiti oltre 3.150, con convenzioni solo a Bologna, Ferrara e Modena. Dove sono finiti gli oltre 200 sofferenti, pagati dal sistema pubblico? In Toscana si afferma che sono state assistiti 48 persone. L’Ant ne ha assistiti 599, quasi tutti senza convenzione, quindi tutti pazienti fantasma». Insomma, i malati senza convenzione per il Ssn non esistono e diventano appunto “pazienti fantasmi” e con loro chi li assiste in modo volontario e le strutture che li accolgono.

Due le conclusioni. La prima è «la limitata conoscenza di un fenomeno, da parte di chi ne ha la responsabilità di governo, che è destinato a crescere in maniera significativa stante gli attuali andamenti demografici». E sarebbe bene che invece al problema fosse dedicata una «puntuale e informata attenzione».
La seconda è che «se la società civile non si prendesse cura dei propri sofferenti dando concretezza alla parola sussidiarietà, decine di migliaia di sofferenti, un vero esercito, sarebbero abbandonati a loro stessi e interamente scaricati sulla spalle dei propri familiari, del tutto sconosciuti o invisibili ai tanti amministratori pubblici che, secondo la Costituzione, dovrebbe tutelare il loro diritto all’assistenza», continua Pannuti.

E rivolgendosi a Renzi che tante volte ha rivendicato la volontà di un cambiamento Raffaella Pannuti ricorda: «Se l’Italia deve cambiare, e noi dell’Ant da sempre andiamo in questa direzione, le chiedo di fare in modo che il Terzo settore, a partire da Ant, possa partecipare ai tavoli di lavoro per la gestione delle cure palliative nel Paese». E chiede che i 100mila pazienti e le loro famiglie assistite in questi 30 anni non siano più fantasmi, come non sia considerato marginale il lavoro gratuito dei volontari o di Serie B quello dei professionisti che garantiscono l’assistenza professionale 24 ore su 24.

La lettera aperta si chiude ricordando che né il non profit né il Governo possono più andare avanti separati «Non è più tempo».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA