Mondo

Sierra Leone, il ministro “italiano”: Qui l’ebola si sta diffondendo ovunque

"Il numero dei morti è indefinito, la prevenzione è nulla e non abbiamo mezzi sanitari per arginare la malattia, ci serve aiuto", denuncia Peter Konteh, titolare del turismo, che ha vissuto 30 anni in Italia dove ha fondato una onlus. Il suo drammatico appello raccolto dal giornalista Raffaele Masto sul proprio blog

di Daniele Biella

“Chi conosce l’Africa e i paesi colpiti sa che sicuramente ci sono stati morti per ebola in villaggi remoti che non sono stati denunciati”. Raffaele Masto, reporter e africanista, autore del libro Buongiorno Africa. Tra capitali cinesi e nuova società civile, è chiaro: “i numeri  sono sottostimati, lo ha ammesso anche l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, ammettendo che il virus ‘continua a espandersi’”. Masto, per rendere ancora più evidente lo stato dei fatti, ha intervistato per il suo blog il ministro del turismo della Sierra Leone, Peter Konteh, che con molto coraggio sta girando le zone rurali del suo paese per scoprire la verità.

“Non sappiamo quanti sono i morti, la regione più colpita è quella di Koinandugu, nella parte nord orientale del paese, ma ormai in tutta la Sierra Leone ci sono casi”, spiega Konteh. “La gente è spaventata, vorrebbe scappare ma non può e se lo facesse favorirebbe il diffondersi della malattia. Non è informata, non è stata sensibilizzata su ciò che bisogna fare. Del resto qui molti villaggi non sono raggiunti dalle strade e molte strade sono solo piste. In tutta la regione c’è una sola ambulanza che funziona male. Ci sono solo due medici che non hanno farmaci, che non hanno attrezzature, che non hanno materiali usa e getta, che non hanno tute isolanti e mascherine e guanti”. Il ministro esorta poi la comunità internazionale, “da soli non possiamo farcela, abbiamo bisogno di aiuto da tutti i partner”.

Konteh ha vissuto 30 anni in Italia, “parla perfettamente la nostra lingua, mi ha accompagnato in alcuni viaggi in Sierra Leone, il suo appello è da accogliere”, sottolinea Masto. Nella speranza di interventi intergovernativi di spessore, ci si può attivare anche dal basso: “Chiunque volesse aiutare la Sierra Leone ad affrontare l'ebola può sostenere la onlus Microcammino (qui il link), che Peter ha fondato durante gli anni passati in Italia”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.