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UNHCR: “Sono 100.000 i profughi arrivati dall’inizio dell’anno”
Mentre in Europa ci si interroga e si discute, l'Italia incassa il plauso dell'UNHCR per il suo impegno attivo nel salvare migliaia di vite umane. Ma non basta
di Redazione
Ferragosto, tempo di ferie e di mare. Ma quale mare? Il Mediterraneo racconta ben altre storie, che non le solite di spiagge e ombrelloni. Sono storie di vite che vi si consegnano, nella speranza di un’esistenza migliore.
Sono 100.000 le persone arrivate in Italia via mare, da gennaio a oggi. Più della metà fuggono da guerre e persecuzioni. Il 29% di questi migranti per necessità e dolore arriva dall’Eritrea, mentre il 18% dalla Siria. L’Italia è un approdo, non una metà. Nessuno sogna più il Belpaese, nemmeno tra chi fugge. L’Italia diventa così approdo per proseguire il viaggio verso altri Paesi europei.
Vite e storie che lasciano senza fiato, come quella di Naar il rosso. Nel frattempo, l'UNHCR ha realizzato una piccola guida – che trovate qui accanto – sul soccorso in mare.
Nonostante i morti – sono 1565 le vittime, 1300 delle quali da inizio estate – l’UNHCR ha elogiato le istituzioni italiane che, al di là della retorica o del silenzio di gran parte dell’Europa “che conta”, hanno contribuito a salvare migliaia di vite umane.
Al tempo stesso, l’UNHCR ha invitato gli Stati Membri dell’Unione Europea ad aumentare il loro impegno per fornire alternative quali il reinsediamento, l’ammissione per ragioni umanitarie, regimi di ammissione sulla base di sponsor privati, l’accesso agevolato al ricongiungimento familiare e l’utilizzo di visti per motivi di studio o lavoro, per far si che le persone in fuga non siano costrette ad affidare la propria vita ai trafficanti.
Nonostante il numero crescente di questi profughi del mare, va ricordato che l’86% dei rifugiati rimane nei Paesi del sud del mondo.
Il numero dei rifugiati eritrei, ad esempio, è raddoppiato negli ultimi anni a causa del perdurare delle violazioni dei diritti umani nel paese e la maggior parte di loro risiede in Sudan (110mila) ed in Etiopia (84mila), mentre il 20% (65mila) ha trovato protezione in Europa.
Per quanto riguarda la Siria, sono 2.9milioni le persone costrette alla fuga che hanno trovato protezione nei paesi confinanti (Libano 1.1milioni, Giordania 610mila, Turchia 823mila, Iraq 218mila e Egitto 138mila), mentre 123mila si trovano in Europa. Presto, però, potrebbero aggiungersi nuovi profughi iracheni. Si pensa siano più di 1 milione, infatti, le persone in fuga all'interno del Paese assediato dai fanatici dell'Isis.
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