Non profit

Aspettando il Servizio civile Universale

L’editoriale del numero di Vita in uscita giovedì. A tema il Servizio civile universale, il vampirismo della politica e della società italiana e il testo di una Riforma che ancora non c’è

di Riccardo Bonacina

Viviamo in un Paese che dovrebbe arrossire pensando a quanto futuro sta sottraendo e sottrae (ma bisognerebbe dire, “ruba”) alla sua popolazione più giovane. La classe politica in questi ultimi anni è stata degna di un vampirismo diffuso nella stessa società, una società seduta sulla difesa di posizioni di rendita e cieca rispetto al suo futuro (i figli e i giovani). Un ministro (Padoa Schioppa) parlò dei giovani chiamandoli “bamboccioni”, un vice-ministro, Martone, definì “sfigati” gli studenti che a 28 anni non si erano laureati, la ministra Fornero disse loro che sul lavoro non dovevano essere troppo “choosy”, ovvero schizzinosi, e un premier (il non rimpianto Mario Monti) si spinse a definirli addirittura una “generazione perduta”!

Il risultato di tanta stoltaggine, persino verso se stessi, è sotto gli occhi di tutti, la disoccupazione giovanile è al 43,7%, 700mila i ragazzi tra i 15 e i 24 anni che inviano curriculum e fanno colloqui in attesa di un posto che non c’è, 64mila in più rispetto a un anno fa. Intanto in questi stessi anni il numero degli ormai famosi Neet (Not engaged in Education, Employment or Training) in Italia ha superato quota 2 milioni, tanto da costituire ormai circa il 24% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, una quota molto superiore a quella media dell’Unione europea (15,9 %).
 

La copertina del numero di Vita in edicola da giovedì 7 agosto

Di fronte a questi dati di realtà che dovrebbero far sobbalzare sulla sedia tutte le persone ragionevoli e che abbiano a cuore il futuro di questo Paese, la sua dote di capitale umano e sociale, come è noto ai lettori di questo magazine, il Governo e il premier Renzi hanno messo in campo (nel quadro della Riforma del Terzo settore) la proposta di un Servizio Civile Universale che proprio noi lanciammo 2 anni fa raccogliendo adesioni di tantissimi e di ogni parte politica.

Ebbene invece di sobbalzare sulla sedia, alcuni commentatori come Galli Della Loggia e Tito Boeri (degni della schiera di politici-professori sopra citati e come loro distanti dalla realtà che pur vorrebbero leggere) hanno fatto oggetto di critica aspra l’unica proposta che in tanti anni è stata messa in campo per i giovani di questo Paese e in particolare per i tanti che vogliono impegnarsi per il suo bene e i suoi beni, ovvero proprio il Servizio Civile Universale, accusando il Governo di sprecare risorse (sic!). 

La nascita di un vero Servizio Civile Universale, ovvero di un Servizio civile che non dica mai più a un giovane che si voglia impegnare per la sua comunità, “No tu no”, è un atto di ribellione di fronte al deserto di proposte e di opportunità indirizzate ai giovani italiani. Una concreta opportunità di fronte all’emergenza giovanile, all’emergenza avviamento al lavoro, all’emergenza educativa, uno strumento che propone almeno un itinerario possibile.  

La proposta del Servizio Civile Universale è un modo per ribellarsi all’inerzia masochistica di un Paese che ha lasciato morire la precedente esperienza di Sevizio Civile nazionale (quella nata nel 2001) passando da 57.119 ragazzi e ragazze ingaggiati nel 2006 allo zero del 2012! Nel 2013 un piccolo rimbalzo a 15mila volontari, comunque meno del 2 per mille dei 6,8 milioni di ragazzi fra i 18/28 anni, la fascia d’età per partecipare a questa esperienza. Certo ci vuole il coraggio di immaginarsi un po’ di futuro e forme nuove di impegno (deve essere chiaro anche agli enti di Terzo settore che non possono limitarsi a chiedere fondi). Ma l’alternativa è la morte per irresponsabilità.

E lo diciamo, coscienti che il testo della legge delega di “Riforma del Terzo settore, del servizio civile e dell’impresa sociale” approvato nel Consiglio dei ministri del 10/7/14 è ancora un oggetto misterioso e impalbabile.
 

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