Salute

Aids, a rischio i giovanissimi

La scomparsa della paura dell'Aids ha fatto abbassare la guardia. I giovani sono meno informati sul virus dell'Hiv

di Redazione

Port of Spain, Trinidad – Rapporti pericolosi. Non solo quelli trasgressivi ma anche gli eterosessuali. Colpa un po’ anche della scomparsa della paura dell’Aids che ha fatto abbassare la guardia. I giovani sono meno informati sul virus dell’Hiv rispetto ai loro coetanei del decennio scorso. Questa malattia non preoccupa più tanto, anche perché si dice sia in calo. Ed a quanto pare è vero, ma solo tra i cosiddetti soggetti a rischio. L’infezione si diffonde, soprattutto, nel resto della popolazione. La notizia arriva dalla decima conferenza Internazionale delle persone con Hiv ed Aids in corso da ieri sino a mercoledì a Trinidad nei Caraibi. Una località scelta – ha ricordato all’inaugurazione Peter Piot, direttore dell’UNLAIDS -perché in quest’area geografica si registra percentualmente il più alto numero di pazienti rispetto alla popolazione, dopo l’Africa sud sahariana”. Per quattro giorni i 900 delegati provenienti da 93 Paesi, riuniti sotto lo slogan Celebriamo la nostra vita, discutono di prevenzione e di educazione sanitaria. “Le vere ed uniche armi in grado di contrastare la terribile crescita dell’infezione” dichiara Rosaria Iardino a capo della delegazione italiana. Anche perché a contagiarsi non sono più le cosiddette categorie a rischio, ma gli eterosessuali e soprattutto ragazze. L’8,5% delle giovanissime italiane nel nostro Paese ha dai 20 ai 24 anni, i loro coetanei sono meno colpiti . Le donne si confermano così più sfortunate: rimangono contagiate già nei primi rapporti sessuali. Al momento il bilancio mondiale è davvero drammatico. Il virus dell’Hiv ha colpito nel mondo, infatti, 36 milioni di persone: 34 milioni e mezzo sono adulti (18 milioni gli uomini e 16 e mezzo le donne). “E raggiungono quota un milione e mezzo le nuove infezioni – dichiara Hamza Rafeeq, ministro della sanità di Trinidad- una tendenza che se non verrà invertita alla fine di questo decennio si perderanno 15 milioni di vite”. L’Italia , purtroppo, è perfettamente in linea con la situazione internazionale. Secondo il Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità, diminuiscono i contagi nelle categorie a rischio. I nostri connazionali che sarebbero rimasti infettati da un rapporto eterosessuale, al primo semestre del 2000 erano 7.685: in pratica il 16,8%. L’aumento di questi casi è passato dal 19,4% del 1995 al 31,6% del 99, ed i malati eterosessuali è già da qualche tempo, ben otto anni, che hanno cominciato a superare numericamente quelli omosessuali. La speranza ora è rivolta alla scoperta di nuovi medicinali che comportino minori effetti. Questi ultimi sono spesso causa dell’interruzione della terapia. Ed a proposito di cure, Rafeeq è riuscito recentemente a strappare alle aziende farmaceutiche un accordo per offrire al suo Paese nuove prospettive di vita.


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