Famiglia

Bambini fuori famiglia, lanciato il Manifesto

Coordinamenti, associazioni e comunità hanno scelto una sede prestigiosa per presentare il manifesto #5buoneragioni per accogliere i bambini e i ragazzi che vanno protetti. E hanno presentato le loro richieste a Governo, Regioni, parlamento e anche ai media

di Antonietta Nembri

Non un convegno a tesi, ma una fotografia della situazione dei bambini fuori famiglia per «offrire la nostra narrazione di una realtà troppo spessa vittima di cliché» come ha spiegato Mariano Bottaccio, moderatore dell'incontro e voce del Cnca. Il Coordinamento nazionale Comunità di accoglienza che con l'associazione Agevolando, il Cismai, il Coordinamento nazionale Comunità per Minori (Cncm), Progetto Famiglia e SOS Villaggi dei Bambini (in sala il presidente nazionale Alverio Camin) è uno dei promotori del manifesto “5buoneragioni per accogliere i bambini e i ragazzi che vanno protetti” in cui non c'è solo il punto di vista delle comunità, ma anche di chi si occupa di affido e di chi, come molti dei membri dell'associazione Agevolando sono giovani ex-ragazzi fuori famiglia.

Un manifesto che ha raccolto già l'adesione non solo degli addetti ai lavori, ma di diversi esponenti dello spettacolo e della società civile come, per esempio  Alessandro Bergonzoni, Luigi Cancrini, Stefano Cirillo, Massimo Cirri, Tosca D'Aquino, Fiona May, ma anche Alena Seredova e Alessandro Sortino, come pure di Aurea Dissegna, pubblico tutore dei minori del Veneto e Rosy Paparella, garante dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza della Puglia.

A restituire lo stato dell'arte partendo dai numeri Liviana Marelli del Cnca che ha denunciato la difficoltà nell'avere numeri chiari e dati esaurienti «ci sono regioni che non rispondono» ammette. In base ai dati dell'Istituto degli Innocenti di Firenze, gli ultimi di riferimento, al 2011, parlano di 29.388 bambini e ragazzi fuori famiglia, di questi bel 6.986 sono in affido all'interno della propria rete familiare e 1.926 sono in comunità per un procedimento penale a loro carico. I minorenni italiani in comunità sono 10.148, gli altri sono stranieri e in maggioranza non accompagnati.  Nell'illustrare grafici e infografiche Marelli ha sottolineata due aspetti: il primo la presenza di ancora troppi piccolissimi sotto i tre anni «un aspetto su cui lavorare, i bambini più piccoli devono andare in famiglia e non in comunità». Il secondo riguarda il confronto con gli altri Paesi europei «non è vero che in Italia si allontanano più bambini» ha rimarcato Marelli e i dati lo dimostrano: i minorenni fuori famiglia in Francia sono il 9 per mille, in Germania l'8, il 6 per mille in Gran Bretagna e il 4 in Spagna, conto il 3 per mille dell'Italia.

A illustrare chi sono le famiglie d'origine di questi minori è stata Samantha Tedesco di Sos Villaggi dei Bambini che ha sottolineato come il 37% degli allontanamenti avviene per «inadeguatezza genitoriale» che significa incapacità grave di rispondere ai bisogni evolutivi dei propri figli «le leggi garantiscono tutta una serie di passaggi e spesso si cerca il consenso della famiglia (il 31% degli allontanamenti sono consensuali) e all'estero questo capita più spesso che in Italia. che cioè una famiglia chieda aiuto» ha sottolineato Tedesco citando l'esperienza internazionale di Sos Villaggi dei Bambini. Tra i datinche di norma vengono poco segnalati anche quello relativo al 91% dei minorenni allontanati che mantiene rapporti regolari con i familiari.

Fuorviante anche la contrapposizione comunità affido che possono e devono essere visti come sevizi complementari, anche da un punto di vista economico. Come hanno sottolineato Federico Zullo di Agevolando e Marco Giordano di Progetto Famiglia, quest'ultimo genitore affidatario che ha chiesto di non far più confusione tra affido e adozione «la famiglia affidataria è una famiglia in più, una sorta di zii» ha detto ricordando che in questa pratica la differenza Nord Sud è ancora troppo marcata:  al nord circa il 50% dei minori fuori famiglia è in affido, mentre in una Regione come la Campania su 10 bambini 8,5 vanno in comunità.

Accanto alla fotografia dello status quo non sono mancate le voci quelle di Jennifer Zicca, ex ospite di una comunità e quella di due madri genitori di ragazzi che sono stati ospitati in comunità che con le loro testimonianze hanno dato concretezza alle parole dei relatori.

Obiettivo dell'appuntamento romano era anche quello di lanciare una serie di proposte legate al manifesto #5buoneragioni. Tra quelle rivolte al Governo la richiesta di predisporre le «linee guida nazionali» in cui fissare gli standard qualitativi per i diversi servizi di accoglienza dei minorenni fuori famiglia e con essi anche le modalità di controllo. Alle Regioni si è chiesto di garantire il pagamento «adeguato e puntuale» delle rette di inserimento nelle comunità da parte degli enti locali, ma anche di rinforzare l'istituto dell'affido familiare in modo appropriato. In particolare il grave ritardo nei pagamenti sta mettendo in ginocchio molte strutture in tutta Italia.

All'incontro hanno partecipato anche le deputate Vanna Iori e Maria Antezza, la vice  presidente della Commissione bicamerale infanzia Sandra Zampa che ha annunciato l'avvio di un'indagine conoscitiva sul tema degli affidi per conoscere la reale situazione in Italia e si è detta fiduciosa che a breve con l'Osservatorio infanzia da poco nominato si arriverà al Piano nazionale infanzia. Presenti anche la presidente del Tribunale per i Minorenni di Firenze, Laura Laera e Laura Baldassarre per l'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza.    
 


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