Welfare

A 10 milioni di poveri manca un nuovo welfare generativo

Il commento di Fondazione Zancan sui dati diffusi oggi dall'Istat sulla povertà in Italia. Aumentano il numero delle famiglie e dei poveri assoluti anche per l'aumento registrato nel Mezzogiorno. Fondazione Zancan sottolinea le difficoltà del nostro welfare

di Antonietta Nembri

Sempre più povere. È questa la situazione delle famiglie italiane secondo i dati diffusi oggi dall’Istat (in allegato il report integrale) . Sono 3 milioni 230mila (il 12,6%) quelle in condizione di povertà relativa, mentre sono 2 milioni e 28mila quelle povere in termini assoluti (pari al 7,9%). I poveri assoluti in Italia sono poco più di 6 milioni pari al 9,9% della popolazione, mentre in povertà relativa si trova il 16,6% degli italiani (10 milioni e 48mila persone).
Se l’incidenza della povertà relativa nelle famiglie è rimasta stabile tra il 2012 e il 2013, è aumentata invece l’incidenza della povertà assoluta (dal 6,8 al 7,9%) e questo per effetto dell’aumento registrato nel Mezzogiorno che è passato dal 9,8% al 12,6%, con il coinvolgimento di circa 303mila famiglie in più rispetto al 2012 (con un milione e 206mila persone in più rispetto all’anno precedente).

Un altro dato registrato dall’Istat è l’aumento della povertà assoluta tra le famiglie con più componenti. Peggiora in pratica la condizione delle coppie con figli. Nel 2013 i minori poveri in termini assoluto sono 1 milione e 434mila (nel 2012 erano 1 milione e 58mila)
Nel Mezzogiorno, all'aumento dell'incidenza della povertà assoluta (circa 725mila poveri in più, arrivando a 3 milioni 72 mila persone), si accompagna un aumento dell'intensità della povertà relativa, dal 21,4 al 23,5%.

Nel commentare questi dati la Fondazione Zancan sottolinea come « la crisi continui a colpire la popolazione più disagiata, cioè i più poveri». Il numero delle persone in povertà assoluta è aumentato di 1,2 milioni (+25%) tra il 2012 e il 2013 «A fronte della crescita del disagio, risultano ancora più evidenti le difficoltà del nostro welfare nell’affrontarlo. Le risposte di politica sociale continuano a essere burocratiche e prestazionistiche (come la social card), proprio quando ci vorrebbero interventi adeguati e strutturali» spiega in una nota la Fondazione nella quale si sottolinea anche come serva un cambio di approccio con un nuovo welfare «di tipo “generativo”».
Senza questo passaggio «continueremo ad assistere a una spesa pubblica inefficiente e incapace di aiutare i poveri a uscire dalla condizione di povertà (anche per questo è cresciuta la povertà assoluta)».

Di fronte al dato dell’aumento della povertà tra le famiglie con figli piccoli si osserva inoltre, come il numero di bambini in povertà assoluta sia aumentato costantemente negli ultimi anni, raddoppiando tra il 2011 (723 mila) e il 2013 (1 milione 434 mila). «Un modo che si è dimostrato efficace, anche in altri Paesi, per ridurre povertà e disuguaglianze tra i minori è estendere i servizi per la prima infanzia» ricordano alla Fondazione Zancan. «Si potrebbe ad esempio trasformare una parte delle risorse per gli assegni familiari (6,5 miliardi all’anno) in servizi per la prima infanzia. Basterebbe riallocare 1,5 miliardi a favore dei servizi per la prima infanzia (0-3 anni) per raddoppiare il numero di bambini frequentanti e parallelamente creare nuova occupazione, con un conseguente aumento del gettito fiscale e contributivo».

Secondo la Fondazione Zancan si tratta di «un potenziale occupazionale a nostra disposizione che allontanerebbe dal rischio di povertà circa 40mila occupabili che non avrebbero più bisogno di trasferimenti assistenziali. È solo un esempio di come si potrebbe lottare contro la povertà con soluzioni di welfare generativo» conclude la nota.
 


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