Cultura

Un domenicano a Bush: “Basta bombe se vuoi aiutare i cristiani”

Lo chiede padre Nuttal, domenicano americano, vice parroco della chiesa di Bahawalpur dove gli integralisti islamici hanno sparato sui fedeli in preghiera. Intanto in Pakistan sale la tensione.

di Paul Ricard

“Occorre fermare i bombardamenti in Afghanistan, almeno nelle zone più popolose, dove si rischia di uccidere civili. Le bombe dovrebbero essere riservate a obiettivi chiari e precisi. Purtroppo le vittime civili ci sono: questo fa crescere la tensione in Pakistan, per questo il paese ribolle”. E’ quanto ha detto in un colloquio con Fides padre Jim Nuttal, 65 anni, domenicano americano, vice parroco a san Domenico, la chiesa di Bahawalpur dove il 28 ottobre alcuni integralisti islamici hanno aperto il fuoco sull’assemblea di fedeli in preghiera, uccidendo 18 persone e ferendone 5 in modo grave. P. Nuttal, originario di Boston, Massachussetts, è in Pakistan da 30 anni: “Sono un americano, ma faccio parte della vice provincia domenicana del Pakistan. Lavoro in parrocchia e non ho mai avuto grandi problemi nel rapporto con i musulmani. In passato, in situazioni di tensione, i superiori mi hanno consigliato di non espormi troppo in pubblico, ed anche oggi è così, a causa della guerra di Afghanistan. Un americano qui potrebbe diventare un facile obiettivo, ma per ora non ho avuto minacce. I musulmani sono brava gente. Ma vi sono gruppi militanti che cercavano un’opportunità per scatenare la protesta e, con i bombardamenti americani in Afghanistan, l’hanno trovata. Occorre fare pressioni sul governo Bush per fermare i bombardamenti che fanno vittime fra i civili”. Intanto il Provinciale dei domenicani in Pakistan, p. James Channan, ha fatto visita alla comunità di Bahawalpur e ha rilasciato a Fides questa dichiarazione: “Pochi terroristi cercano di destabilizzare il Pakistan. E’ molto triste. Hanno compiuto un vero massacro. Questi terroristi sono una minoranza, sono pro-Taleban e sono anti-americani. E siccome gli americani sono cristiani, essi hanno nel mirino i cristiani del Pakistan. Chiedo alle autorità di fare giustizia e arrestarli. Invitiamo tutti a mantenere la calma e a non farsi prendere dall’odio”. Circa 10 mila persone, al grido di ‘vendetta, vendetta’, hanno partecipato ai funerali dei cristiani, 17 secondo un ultimo bilancio, vittime della strage di ieri nella chiesa cattolica di San Domenico a Bahawalpur, nel Pakistan orientale. Massicce le misure di sicurezza. La polizia ha arrestato oltre 100 militanti islamici. L’incidente è stato apertamente condannato da vari partiti politici e minoranze religiose. Il presidente del Pakistan Pervaiz Musharraf ha espresso ferma condanna e ha definito il gesto “atto di terrorismo”, esprimendo solidarietà alle famiglie delle vittime in un messaggio televisivo. I due ministri federali S. K. Tressler e Mahmood Gazi hanno rappresentato il governo a Bahawalpur e ordinato immediate indagini sull’incidente. Il ministro della Giustizia del Punjab, Khalid Rangha ha annunciato un risarcimento di 200.000 rupie ad ognuna delle famiglie delle vittime e di 50.000 per i feriti. Dopo l’incidente, la polizia, che già dopo l’11 settembre sorvegliava le 117 chiese cristiane nella provincia della capitale Lahore, è in stato di massima all’erta. Le misure di sicurezza sono aumentate nei pressi di chiese, scuole ed edifici gestiti da missionari. Padre Eammuel Youzaf Mani, direttore della Commissione nazionale Giustizia e Pace, affiliata alla Conferenza Episcopale del Pakistana, ha condannato l’attacco e rilasciato un comunicato: “Il panico e la paura che gli estremisti vogliono diffondere vanno contrastate con coraggio, pazienza e perdono. Non facciamoci coinvolgere dalla violenza. La violenza può distruggere e mai costruire. Chiediamo al governo di prendere adeguate misure per proteggere la vita e la libertà dei cittadini. Non si può ignorare che una soluzione amministrativa al lungo termine contro il terrorismo è la riforma dello stato sulla discriminazione dei cittadini su base religiosa”. I giornali di lingua urdu hanno riportato l’incidente in prima pagina, ipotizzando il coinvolgimento nella strage dei servizi segreti indiani. Secondo il giornale di lingua inglese The Nation, di Lahore, “chiunque sta dietro questo orribile massacro di cristiani a Bahawalpur non è amico del Pakistan e non può che essere condannato nel più forte dei modi. E’ una magra consolazione notare che un poliziotto musulmano è stato ucciso mentre difendeva suoi stessi concittadini, ma almeno è una testimonianza che il Pakistan sta facendo di tutto per garantire la sicurezza dei cittadini, di ogni ceto sociale e credo. E l’audacia dell’attacco, sferrato ad una chiesa nel centro città, mostra disprezzo verso la polizia. C’è anche il pericolo che quest’atto sarà interpretato per confermare la fosca profezia dello scontro fra civiltà. Il mondo musulmano già vede i bombardamenti in Afghanistan come una guerra contro l’Islam, fatto che gli Alleati sono ben attenti a negare. Ma il diniego reggerà l’urto di questi incidenti? I cristiani del Pakistan in nessun modo rappresentano l’Occidente e la strage non dev’essere considerata un omaggio al Pakistan, e a nessun altro. ?Quanti hanno commesso questa atrocità non hanno reso un servizio all’Islam, tantomeno al Pakistan o all’Afghanistan. Condanniamo con uguale forza i responsabili delle morti di innocenti al World Trade Center, in Afghanistan e a Bahawalpur, ma è naturale che è un po’ più grande il dolore per i nostri concittadini”.


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