Welfare

Alessandro Maggioni è il nuovo presidente di Federabitazione – Confcooperative

Questi i principali punti del suo programma: rilanciare il settore meno immobiliare e più social; tornare a promuovere cooperative con Acli, Cisl e parrocchie; sensibilizzare i giovani attraverso il presidio dei social network

di Redazione

È Alessandro Maggioni il nuovo presidente di Federabitazione – Confcooperative eletto all’unanimità dall’assemblea della federazione tenuta a Roma al Palazzo della Cooperazione. «Per capire dove andare dobbiamo ricordarci da dove veniamo. Fare cooperative per i bisogni dei nostri soci – dice Maggioni – e portare le persone a pensarsi come realtà prima collettiva e poi individuale, che opera per il conseguimento del “bene comune”, sviluppa solidarietà civile e solidità imprenditoriale. È una garanzia economica che attua concretamente i principi cardini della dottrina sociale:».

Tornare a promuovere cooperative con ACLI, Cisl, parrocchie. Presidio dei social network
«Dobbiamo tornare alle “radici” del mutualismo e a promuovere cooperazione secondo due direttrici fondamentali – aggiunge Maggioni – La prima é ritornare ad allacciare relazioni con le Acli, la CIsl, le parrocchie, gli oratori, il mondo del volontariato e dell’aggregazione giovanile dello scoutismo. La seconda pesca, invece, nel fermento dell’innovazione “virtuale”, la capacità aggregativa dei “social media” per sensibilizzare i giovani e costruire nuove aggregazioni cooperative».

Domanda casa di proprietà si ridurrà, ma in aree metropolitane reggerà per coppie giovani, studenti e lavoratori fuori sede, immigrati. «Tornare a organizzare le aspettative delle persone sulla casa secondo un “benessere abitativo”. La domanda di casa in proprietà non scomparirà. Sarà molto ridimensionata, ma – precisa il neo presidente – soprattutto nelle aree metropolitane e in alcuni capoluoghi, resisterà. Avranno bisogno di casa i giovani che si trasferiranno per studiare o lavorare; gli stranieri che si emancipano dalla condizione di nuovi arrivati; soggetti fragili come le famiglie monogenitoriali, donne e uomini separati. Giovani famiglie che potranno costruirsi un alloggio più grande a costi inferiori del 20-30% del valore medio di mercato. Questo è fare impresa sociale».

Cooperative tra forze armate e polizia
«Un altro rilevante spazio è quello delle cooperative tra componenti delle forze armate e di polizia che si vanno sempre più diffondendo tra le nostre aderenti. È stato avviato un confronto concreto e costruttivo con il Ministero della Difesa – rende noto Maggioni – per il varo di un programma di edilizia cooperativa, come risposta all’esigenza di un maggior benessere abitativo di chi vi lavora e di riqualificazione di aree della città».

Affitto e amministrazione condominiale cooperativo
«Sull’affitto – dichiara Maggioni – dobbiamo investire ancora di più, sperimentando nuovi modelli, ragionare su forme di impresa sociale che partano da esperienze pilota, come la gestione di pezzi di Edilizia Residenziale Pubblica. Non per fare un’impari concorrenza agli ex IACP, ma per provare a costruire un pluralismo anche in questo ambito».

Riforma a titolo V per un Servizio Abitativo Nazionale
«Concordiamo con il premier che occorre rimettere mano al titolo V della Costituzione. A 15 anni dalla sua riforma possiamo dire che anche nell’ambito delle politiche abitative e di quelle urbanistiche non ha prodotto buoni risultati, ma solo un quadro frammentato che non aiuta a programmare lo sviluppo del territorio. Noi pensiamo a un Servizio Abitativo Nazionale, in cui lo Stato monitori lo stato dei patrimoni pubblici, determini i criteri minimi dell’offerta abitativa per concretizzare il diritto all’abitare per tutti. Se in Lombardia, nella sanità, il principio di sussidiarietà funziona potremo provarci anche nell’abitazione».

Alleanza delle Cooperative di Abitazione
«Il settore abitativo è storicamente propenso all’unità. Per questo lavoriamo perchè l’Alleanza delle Cooperative Italiane sia colta da noi come una straordinaria occasione per procedere all’unità della rappresentanza. Anche sul fronte associativo – conclude Maggioni – la cooperazione dimostra di riuscire a guardare verso orizzontidi interesse collettivo, lasciando da parte visioni particolariste e di piccolocabotaggio».


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