Volontariato

Il Senato dà l’ok al Giorno del Dono

Primo via libera alla proposta nata dall'Istituto della Donazione. Il Giorno del Dono sarà il 4 ottobre. Palla alla Camera

di Sara De Carli

Il Senato ha dato il via livera all’istituzione del “Giorno del Dono”. Sarà il 4 ottobre, una data diversa da quella inizialmente prevista, scelta in quanto già festa di San Francesco d'Assisi e Giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse. La parola passa ora alla Camera.

La proposta di legge, che porta come prima firma quella dell’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi (seguito da Zanda, Schifani, De Petris, Zeller, Taverna, Mario Ferrara e Romano), è nata «dal basso», discussa cioè all'interno dell'Istituto italiano della donazione e poi da un comitato di sostegno. Obiettivo della giornata è riconoscere e valorizzare le tante e diversificate esperienze donative, con l'intenzione di coinvolgere quanti sono già impegnati in attività e scelte donative, ma anche, e in un certo senso soprattutto, di proporre queste ultime all'attenzione dell'opinione pubblica nel suo complesso. «Proprio in questi tempi difficili offrire al Paese un'occasione per ragionare dell'idea e della realtà del dono assume un particolare significato», ha detto il relatore Morra  «nella misura in cui il senso di insicurezza che pervade la nostra società è figlio, anche, di troppo egoismo e troppa indifferenza». Secondo lo spirito e la lettera del disegno di legge, il Giorno del dono dovrà riflettere questa molteplicità di situazioni ed attività di donare o donarsi, nel modo quanto più possibile compiuto.

La senatrice De Biasi nel corso del dibattito ha ricordato «tutto il mondo del volontariato, a cui credo vada più che un ringraziamento, perché è cosa diversa dal no profit; è cosa diversa dai sistemi di gestione. Il volontariato è donare il proprio tempo, le proprie capacità ed una parte della propria vita per l'altro senza avere niente in cambio. Ancora, penso alle donazioni: certamente alle donazioni degli organi, ma anche alla donazione del sangue. Questa caratteristica tutta italiana credo vada preservata ed enfatizzata nella giornata del dono proprio perché abbiamo bisogno di superare quella precarietà, quella provvisorietà, quel transito, quel passaggio, quell'individualismo solitario a cui siamo purtroppo troppo spesso condannati nella dimensione sociale e nella dimensione scolastica o del lavoro. Fermarsi per un giorno a riflettere dunque è un atto di responsabilità».
 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA