Welfare

Forum PA: si punta sulla sharing economy

Nonostante le polemiche sollevate dalla sharing economy, alla vigilia del Forum PA per l’innovazione nella pubblica amministrazione la parola d’ordine rimane condivisione

di Ottavia Spaggiari

Non c’è momento migliore e allo stesso tempo più critico per parlare di Sharing Economy. E l’economia collaborativa occuperà un posto di primo piano anche durante la venticinquesima edizione del Forum PA, la mostra convegno dedicata all’innovazione nella pubblica amministrazione e nei sistemi territoriali.

Si parlerà di amministrazione condivisa dei beni comuni e la collaborazione sarà una delle leve utilizzate da The Future of Government Group (FoGG), il gruppo di lavoro facilitato dal Forum PA che, dopo un confronto avviato nel mese di aprile con un incontro a Palazzo Chigi, in occasione della consultazione aperta dal Governo Renzi sulla Riforma Madia,  sta preparando una proposta per sollecitare il governo a farsi regista di un cambiamento metodologico del modo di fare e intendere l'amministrazione.

Dopotutto se maggio è stato il mese delle polemiche relative al consumo collaborativo, con le proteste dei tassisti milanesi, contro Uber e il divieto berlinese di affittare la propria stanza o abitazione su Airbnb, per scongiurare il rialzo incontrollato degli affitti, a Parigi il OuishareFest ha invece registrato migliaia di partecipanti, catalizzando l’attenzione del governo ( anche il vice-ministro francese per l’innovazione digitale ha marcato visita al Festival) e delle grandi aziende più tradizionali.

Oltre alla schiera di partner corporate provenienti dal mondo digitale, Google e Airbnb su tutte, quest’anno OuishareFest ha infatti potuto contare su Castorama, Le Poste e Orange e, secondo Simone Cicero, italiano tra gli organizzatori di OuiShare, è proprio questo, il segno che il mondo sta iniziando ad accorgersi di come stanno cambiando rapidamente le cose.

“Per una multinazionale del DIY come Castorama, essere partner di un evento come questo dimostra chiaramente la consapevolezza che il mondo retail si sta trasformando”, racconta Cicero che, riferendosi al dibattito sulla necessità di regolamentare il consumo condiviso parla di growing pains, dolori della crescita, inevitabili per diventare davvero mainstream“Dietro alla faccia più famosa del consumo collaborativo c’è la volontà di dare una risposta ai problemi più critici della nostra epoca, relativi all’ambiente e all’economia.” Secondo Cicero, insomma il gioco vale davvero la candela. “La catena del valore è cambiata e il ciclo di produzione è più equo. Il profitto non è interamente concentrato nel brand ma viene diviso tra tutti gli attori della catena.”

E, secondo Cicero sono proprio le pubbliche amministrazioni a giocare un ruolo determinante in questa fase. “Ciò che è chiaro è che le grandi protagoniste della sharing economy sono le città, è qui che si stanno giocando le sorti della rivoluzione collaborativa.” Spiega, “Tutte le città più avanzate stanno legiferando su questi temi, cercando di arrivare ad un compromesso tra la tutela dei soggetti preesistenti e le opportunità offerte dai nuovi servizi.”  E se in Europa Amsterdam sembra la città più illuminata dal punto di vista normativo, con il recente provvedimento che fissa un tetto massimo temporale di affitto su Airbnb di 2 mesi, negli Stati Uniti è Portland ad essersi portata a casa l’accordo più interessante, non limitandosi ad una mera regolamentazione ma sfruttando la sharing economy a favore della collettività. Proprio con Airbnb,  l’ammnistrazione ha infatti stretto una sorta di contratto di sussidiarietà. L’azienda si impegna infatti a reinvestire la tassazione sul territorio e a sostenere un piano di sviluppo delle attività commerciali locali e della città come meta turistica. E in Italia? Bologna, grazie al suo regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni è il caso più interessante e segnale di come le cose per i cittadini potrebbero cambiare in futuro.  “Dalla tutela dei beni comuni alla co-produzione del welfare l’approccio collaborativo può rappresentare un nuovo paradigma per l’interazione del cittadino con l’amministrazione, acquisendo un ruolo sempre più attivo nella definizione delle politiche pubbliche”.

Scarica qui il programma del Forum PA

 


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