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Golpe in Thailandia
In queste ore è stato messo a segno il dodicesimo colpo di stato dal 1932 a oggi. L’esercito, tramite il capo di stato maggiore Prayuth Chan-ocha, ha annunciato alla televisione nazionale che la presa di potere è stata necessaria «per ripristinare l'ordine e spingere per il raggiungimento di riforme politiche»
Dodici, questo il numero dei colpi si stato che dal 1932 ad oggi hanno interessato la Thailandia. L’ultimo, quello di queste ore è stato messo a segno dall’esercito thailandese che, tramite il capo di stato maggiore Prayuth Chan-ocha ha annunciato alla televisione nazionale che la presa di potere è stata necessaria «per ripristinare l'ordine e spingere per il raggiungimento di riforme politiche».
La tensione nel Paese asiatico era divenuta a dir poco incandescente da tempo; ad inizio settimana l’esercito aveva proclamato la legge marziale e negli ultimi mesi la crisi politica in corso aveva causato violenti scontri in piazza con morti e feriti.
Il capo delle forze armate ha invitato i thailandesi a «restare calmi» e i funzionari del governo a «lavorare normalmente». Tuttavia la situazione rimane estremamente tesa e, non per niente, tra le misure immediatamente prese dai golpisti vi è quella che ha imposto il coprifuoco dalle 22 alle 5.
A surriscaldare ulteriormente il clima le rappresaglie immediatamente annunciate dal “Fronte unito per la democrazia”, le camice rosse fedeli all’ex premier Thaksin Shinawatra, che venne deposto da un golpe nel 2006.
Alcune fonti parlano di arresti eseguiti dai soldati nei confronti dei leader delle proteste di piazza, mentre è stato fatto obbligo agli stranieri di “girare con passaporto”.
La Costituzione, che era stata proclamata nel 2007 dalle stesse forze armate, è stata sospesa e tutte le emittenti televisive e radiofoniche del Paese hanno dovuto interrompere le trasmissioni e mandare in onda soltanto i bollettini del regime.
Mentre soldati e mezzi militari sono schierati nel centro di Bangkok, da New York la portavoce del dipartimento di Stato americano afferma in un comunicato che “tutte le parti in campo devono rispettare i principi democratici e garantire la libertà d'espressione”. Da Tokyo, la portavoce del governo Yoshihide Suga, esprime “grave preoccupazione” e sollecita le parti interessate “a dare prova di moderazione e a non usare la violenza”.
Da Roma, la Farnesina raccomanda “cautela” agli italiani attualmente presenti a Bangkok invitandoli “a mantenersi lontani da qualsiasi tipo di assembramento”
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