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Alluvione: Caritas Ambrosiana e Ipsia avviano raccolte fondi
Centinaia di volontari e operatori delle Caritas locali mobilitati. Avviate raccolte fondi da parte di Ispia-Acli e Caritas Ambrosiana per rispondere alle spese di prima necessità per gli aiuti alle popolazioni colpite dall'alluvione
di Redazione

Nei Balcani non piove più, le acque si stanno ritirando, ma l’emergenza è tutt’altro che finita. Ora occorre far fronte alle necessità delle popolazioni alluvionate, si calcola che solo in Bosnia le persone colpite siano 4 milioni (oltre un quarto della popolazione) 950mila quelle che sono state costrette a spostarsi per l'alluvione. Una parte ha potuto rientrare nelle proprie case, ma sono ancora oltre 10mila gli sfollati in Bosnia Erzegovina; mentre per la Serbia si parla di 25mila evacuati cui ieri si sono aggiunti altri 8mila sfollati dalle zone intorno a Sabac fatti evacuare per il timore di una nuova piena della Sava.
Rispondendo alle richieste delle Caritas locali (in accordo con Caritas italiana e il coordinamento europeo delle Caritas nazionali), Caritas Ambrosiana ha lanciato una raccolta fondi per coprire le spese della prima emergenza e al contempo sostenere il lavoro dei volontari e degli operatori impegnati sul posto. Sono del resto centinaia i volontari delle chiese di Bosnia Erzegovina e Serbia impegnati nei centri colpiti dall’inondazione. In particolare, le Caritas di Bosnia Erzegovina hanno organizzato una raccolta di materiale per le popolazioni alluvionate e – rende noto Caritas Ambrosiana – nella serata di lunedì 19 maggio sette camion carichi di aiuti sono partiti dal piazzale della parrocchia di Stup a Sarajevo.
In Serbia, la Caritas di Sabac la città sulla Sava, già colpita da pesanti allagamenti e dove la rottura degli argini provocherebbe una totale inondazione del centro abitato, è diventata punto di riferimento per la popolazione locale. Operatori e volontari cercano di fare fronte all’emergenza distribuendo pacchi viveri e vestiti puliti e asciutti alle persone evacuate. Si cerca di portare sostegno anche alle periferie rimaste isolate. Altro punto di riferimento importante per la popolazione è diventata la Caritas di Valjevo.
Alla pagina ad hoc di Caritas Ambrosiana è possibile effettuare una donazione online o conoscere le altre modalità per contribuire.
Anche Ipsia (Istituto Pace Sviluppo Innovazione) ong nata dalle Acli ha attivato una raccolta fondi per coprire le spese della prima emergenza in attesa di valutare con altre associazioni eventuali condizioni logistiche per attivare una raccolta di materiale, farmaci e indumenti. In una nota Ipsia Milano che annuncia un incontro di approfondimento sulla Bosnia in occasione dell’assemblea di Ipsia Milano del prossimo 28 maggio, sottolinea, riportando le parole del capo dell’Ufficio regionale di Sarajevo del Centro per lo sminamento bosniaco, Fikret Smajis, come oltre i danni economici «spaventa l’allarme “mine”. Le enormi quantità di acqua potrebbero portare ordigni inesplosi, residuati di guerra, fino alle gole del Danubio lungo il confine tra Serbia e Romania, o persino fino al Mar Nero». Proprio epr questo Smajis ha invitato la popolazione alla massima cautela nel momento in cui le persone si ritroveranno a ripulire case e cortili e zone dove ci potrebbero essere stati campi minati le cui segnalazioni sono state spazzate via da acque e frane.
Per contribuire alla raccolta fondi di Ipsia: C/C 000000101434
IBAN: IT68 D050 1803 2000 0000 0101 434 (Banca Popolare Etica)
Intestato a: IPSIA
Causale: Alluvioni in Bosnia Erzegovina
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