Formazione

Afghanistan, il flusso dell’oppio non si è mai fermato

Lo ha affermato a San Patrignano il Direttore dell'Agenzia per il controllo sui narcotici della Repubblica ex sovietica del Tagikistan

di Gabriella Meroni

Il flusso dei narcotici dall’Afghanistan ”non si e’ mai fermato” neppure dopo l’11 settembre e lo scoppio della guerra contro i Talibani che, anzi, collaborano in questo campo con i loro nemici dell’Alleanza del Nord. Ad affermarlo e’ il Direttore dell’Agenzia per il controllo sui narcotici della Repubblica ex sovietica del Tagikistan, generale Nazarov Rustan Urmonovich, fino a poco tempo fa vice ministro dell’interno di quel paese. Il Tagikistan, che con l’Afghanistan condivide ben 1344 chilometri di frontiere, torna a chiedere aiuto alla comunita’ internazionale per quello che sta diventando ormai un problema interno con i 150 mila drogati tagiki, il diffondersi dell’Aids ma soprattutto di una rete criminale sempre piu’ aggressiva. Rustan, che ha preso la parola stamane durante i lavori del Convegno internazionale Rainbow organizzato dalla Comunita’ di San Patrignano, ha precisato che nel solo mese di settembre e nei primi venti giorni di ottobre, quindi anche dopo l’attacco terroristico alle Torri Gemelle di New York, sul territorio della Repubblica del Tagikistan sono stati sequestrati 900 kg di narcotici di cui 564 kg di eroina e 220 kg di oppio grezzo, tutti provenienti dal confinante Afghanistan. Il generale dell’ex Armata Rossa, uno dei maggiori esperti della zona e grande collaboratore delle autorita’ delle Nazioni Unite nel contrasto delle narco-mafie, ha anche detto che ”sia il movimento dei taliban sia l’Alleanza del Nord hanno puntato alla produzione e commercializzazione dei narcotici come fonte di mantenimento delle proprie formazioni militari”. E’ quindi prevedibile, se non muteranno gli approcci internazionali al problema, che dopo la fase bellica ”semplicemente si arrivera’ alla divisione dell’influenza territoriale con il riaggruppamento dei narco-trafficanti, mentre le sostanze narcotiche continueranno ad essere fornite sui mercati dell’Asia centrale e dell’Europa senza variazione di quantitativi immessi”. Il generale tagiko, non vede un futuro molto roseo. Dal particolare osservatorio del suo paese, diventato uno dei principali ”territori di transito per le rotte del narco-traffico verso i paesi dell’Asia centrale e dell’Europa”, Rustan sottolinea che ”in questo business rischioso vengono coinvolti nuovi territori, strati di popolazione e soprattutto giovani. Il nostro governo in piu’ di un’occasione e nei diversi tavoli ha informato sul pericolo proveniente dall’Afghanistan, – ha sottolineato a San Patrignano -denunciando l’assenza di misure decise sul regolamento del conflitto afghano che avrebbe potuto portare a conseguenze catastrofiche. Purtroppo il nostro appello e’ rimasto inascoltato”. Al momento, e’ la testimonianza del direttore dell’Agenzia anti-droga tagiko, i temuti Taliban controllano il 90% dei narcotraffici prodotti in Afghanitan. ”A seconda delle condizioni climatiche – ha quindi detto – si possono ricavare dai 3200 alle 4600 tonnellate di oppio grezzo, pari a circa il 75% della produzione mondiale, che attraverso i canali illegali viene distribuito in diversi paesi del mondo. Un decisivo contributo alla produzione illegale di narcotici viene fornito anche – ha pero’ subito aggiunto – anche dall’Alleanza del Nord, con quantitativi variabili relativamente al territorio da loro controllato”. Negli ultimi anni, insomma, gli afghani avrebbero ”creato una potentissima narco-rete che mantiene contatti anche con diverse narco-strutture europee”. ”La situazione in Afghanistan, gli avvenimenti accaduti negli Stati Uniti e nelle altre aree del mondo – ha quindi concluso il rappresentante del Governo tagiko – testimoniano come la narco-mafia, sotto diversi slogan radical-estremisti, religiosi e non, utilizzi armati per promuovere il proprio busines criminale”.


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