Politica

Servizio civile, gli enti dovranno partecipare al finanziamento

Intervista alla deputata democratica Francesca Bonomo, membro task force che ha elaborato le linee guida della riforma: «Il servizio civile universale è una chiamata civica a tutto il Paese, ognuno deve fare la sua parte: amministrazioni pubbliche, profit e non profit»

di Redazione

Francesca Bonomo, deputata piddina di specchiata fede renziana, è stata uno dei protagonisti del gruppo di lavoro che ha “partorito” le linee guida sulla riforma del Terzo settore. La Bonomo in particolare si è occupata dell’area del servizio civile, dopo che a marzo aveva già presentato la proposta per il servizio civile universale.

Soddisfatta del pacchetto Renzi?

Direi di sì, mi sembra che riprenda pienamente lo schema che abbiamo lanciato nelle scorse settimana. Il punto di partenza è la configurazione di un diritto. Poi mi pare importante anche aver esplicitato il numero dei 100mila giovani, un esercito civico di dimensioni importanti che sarà decisivo nella ricostruzione della coesione sociale di questo Paese.

Gli enti però sostengono che saranno in grado di assicurare progetti per 100giovani non prima del 2016. Preoccupata?

Credo che un periodo di transizione sia inevitabile. Per questo, in attesa dell’approvazione del servizio civile universale, non avrei fretta di liquidare l’attuale servizio civile nazionale. Per dare nei numeri: in questo momento sono in servizio circa 15mila giovani. Col bando 2014 ce ne saranno almeno il doppio. Che diventeranno 60mila nel 2015 e 100mila nel bando 2016, quando la riforma sarà operativa.

Il sottosegretario alla Presidenza Graziano Del Rio sostiene che questa riforma non dovrà costare nulla, altri invece stimano un impatto complessivo di 1,5 miliadi di euro, circa un terzo sei quali per il servizio civile. Chi ha ragione?

Io non credo che non costerà nulla, ma nemmeno che tutte le risorse ce le debba mettere Lo Stato. Il servizio civile universale è una grande chiamata civica alle forze vive del Paese. Per questo chiederemo un contributo alle altre amministrazioni pubbliche, al mondo dell’impresa e delle cooperative, ma anche agli enti non profit. Il periodo di servizio civile dovrà servire ai ragazzi oltre che come palestra educativa e di partecipazione civile, anche come momento professionalizzante in settori come quelli del welfare e dell’ambiente, in cui la domanda, nei prossimi anni, non potrà fa altro che aumentare. Per gli enti quindi, si tratterebbe di un investimento nella prospettiva di poter contare su competenze necessarie per stare sui nuovi mercati sociali che si apriranno. Ciò detto mi rendo conto che questo processo si possa definire dall’oggi al domani, ma come le ho detto la prospettiva è triennale.

Nella proposta Renzi non si accenna né alla diaria, né alla sua entità oggi prevista a 433 euro al mese. Novità in vista?

No su questo tema non credo che interverremo.

 

 


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