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Opg: per chiuderli serve un maggior coinvolgimento del Terzo settore
Domani la Camera inizia l'esame del testo sul superamento degli Opg, modificato dal Senato. Edo Patriarca sarà il relatore
Domani mattina la Commissione Affari Sociale e la Commissione Giustizia inizieranno l’esame del decreto legge sul superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Alla Affari sociali il relatore sarà Edoardo Patriarca, deputato Pd, al suo debutto come relatore. Il testo del deceto è stato licenziato con modifiche dal Senato il 24 aprile 2014 e scade a fine maggio.
Onorevole, come è cambiato il testo che ricevete dal Senato rispetto a quello scritto dal Governo?
È un testo migliore, con vincoli più stringenti per evitare una nuova deroga, che sarebbe francamente inaccettabile. È un passaggio importante, gli Opg sono davvero uno scandalo e queste persone sono state troppo a lungo trattate come “scarti” dalla società.
Precisamente quali sono i passaggi migliorati?
Si scongiura il rischio di ergastoli bianchi, perché la misura di sicurezza non può superare la durata massima della pena per il corrispondente reato. La custodia provvisoria non può essere fatta in Opg ma in strutture diverse e il ricorso al ricovero in Opg deve essere sempre successivo all’assenza di altra alternativa. C’è maggior rigore sull’accertamento della pericolosità sociale, oggi troppo discrezionale. Le Regioni hanno l’obbligo di modificare i loro piani per la costruzione delle Rems entro il 15 giugno e di fare formazione adeguata agli operatori.
Il fatto che lei li definisca miglioramenti esclude quindi un ripensamento da parte della Commissione?
La mia prospettiva è che questi punti non vadano assolutamente toccati, non si può immaginare un passo indietro su questo. Casomai tenteremo dei miglioramenti ulteriori.
È vero che al Senato i numeri sono stati molto ampi (è stato approvato con 171 voti favorevoli, 62 astenuti ed 1 solo parere contrario): ma se qui invece partisse l’ostruzionismo o ci fosse battaglia?
La mia idea è quella di contrastare con fermezza l’arretramento. Se si scatenasse la polemica o l’ostruzionismo credo che il Governo dovrebbe valutare l’ipotesi di mettere la fiducia su questo provvedimento, perché se il decreto decadesse ci ritroveremmo in una situazione indecente di stallo sulla tempistica rispetto alla chiusura degli Opg.
Quali sono i miglioramenti ulteriori a cui pensa?
Definire meglio gli impegni delle Regioni nella riconversione dei loro piani, in particolare sui DSM. Mettere qualche risorsa in più. Prevedere un coinvolgimento del Terzo settore in questi percorsi di chiusura: non è quasi mai nominato, potrebbe fare molto.
In effetti molto dipende dalle Regioni. Nel testo sono state introdotte delle prime indicazioni che obbligano regioni e dipartimenti di salute mentale a mettere in atto risorse e strategie per concludere questo percorso di chiusura degli Opg, ma come si può davvero renderle operative e vincolanti?
Ci sono Regioni in condizioni avanzate di questo percorso, come il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna. Altre non sono pronte per nulla. Però è previsto il potere sostitutivo. E comunque il nuovo testo istituisce un organismo di coordinamento presso il Ministero della Salute per il superamento degli Opg, che deve nascere entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto: sarà composto da rappresentatni del Ministero della Salute, della Giustizia, delle Regioni e ogni tre mesi dovrà relazionare alle Camere.
In allegato, a titolo di esempio, la modifica del Programma per la realizzazione di strutture sanitarie per il superamento degli Opg approvato dal Friuli Venezia Giulia lo scorso 17 aprile. Le Regioni devono consegnare le loro modifiche entro il 15 giugno 2014. La scelta della Giunta Serracchiani è «fortemente orientata non solo al superamento degli Opg ma anche a favorire attrverso la costruzione di progetti riabilitativi individualizzati, risposte che evitino o quantomeno limitino fortemente l'impiego delle stesse strutture sanitarie alternative in via di definizione». Non per nulla il FVG punta ad avere solo 10 posti letto, in un primo momento individuati nella sola struttura di Maniago, ora invece spalmati su tre strutture residenziali regionali da ristrutturare (Maniago, Udine e Duino Aurisina), con tempi di realizzazione dell'intervento decisamente più brevi.
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